Mario Draghi, il retroscena. "Possono bastare nove mesi", così si arriverà alla crisi di governo
Nessuno vuole parlare del prossimo presidente della Repubblica, ma in realtà non si fa altro. "Trovo un po' offensivo pensare al Quirinale come a una possibilità, anche nei confronti del presidente della Repubblica", dice il premier Mario Draghi. Il Movimento Cinque Stelle, scrive il Corriere della Sera, ha a disposizione più parlamentari e quindi più voti. E, sondaggi alla mano, vede le elezioni anticipate come uno spettro ma riflette così: "Per il Piano nazionale di ripresa e resilienza c'è bisogno di continuità, ma possono bastare nove mesi".
Questo significa: "Nuovo presidente a febbraio, un governo che in poco tempo stringe sulle riforme e completa le vaccinazioni, forse, se ci fosse accordo, una nuova legge elettorale proporzionale e poi il voto". Un esponente del Pd ragiona allo stesso modo: "Dovrebbe arrivare un segnale che dica che il prossimo presidente della Repubblica non scioglierà le Camere in un battibaleno. Si potrebbe anticipare la Finanziaria e chiuderla a settembre per poi votare a ottobre. A quel punto la legislatura avrebbe compiuto quattro anni e sei mesi, quelli che servono a garantire i vitalizi e a rassicurare un po' la nutrita pattuglia dei peones".
E mai come ora e con questo Parlamento, per tutti i partiti è complicato eleggere un capo dello Stato che sia espressione solo di una parte, visto che c'è un governo di unità nazionale per affrontare pandemia e crisi economica. "I leader del centrodestra, dopo le aperture di Matteo Salvini a Draghi, si trincerano dietro la candidatura di Silvio Berlusconi, facendone però un nome di bandiera, irritando così anche un po' il federatore che è stato capace tante volte di portarli al governo".
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