Quirinale, Silvio Berlusconi "conta i voti". Campagna acquisti dentro Forza Italia, il panico tra i fedelissimi
Silvio Berlusconi ha bisogno di Matteo Salvini per andare al Quirinale e Salvini ha bisogno di Berlusconi per fare la federazione del centrodestra ed entrare a Palazzo Chigi. Ma possono fidarsi l'uno dell'altro per realizzare i propri desideri? I fedelissimi del Cav e quelli del leader della Lega ci vanno cauti: "Silvio si sta facendo prendere per il c***", "Mi sono sentito preso in giro", dice Salvini. E così, rivela Francesco Verderami sul Corriere della sera, "è iniziata la campagna acquisti di Salvini in Forza Italia. Una manovra che ha irritato Berlusconi: 'Non capisco la ritorsione'".
La "ritorsione" è il rinvio della riunione sulla federazione a dopo le Amministrative, "con la scusa di evitare che sul progetto gravasse il risultato del voto su cui - per usare un eufemismo - non si fa grande affidamento: insomma, sarebbe stato un errore battezzare la federazione con una sconfitta", scrive Verderami.
Berlusconi ha assecondato le ragioni del rinvio e a quel punto Salvini "ha sentito puzza di bruciato. E viste le defezioni subìte al gruppo parlamentare europeo, ha aperto le porte della Lega a quanti già bussavano per entrarci". E i nuovi arrivi in Lombardia sono un messaggio a Silvio perché "spostano gli equilibri nella selezione dei grandi elettori regionali per la presidenza della Repubblica".
Berlusconi però va per la sua strada, "è impegnato a contare i voti" per il Quirinale. E se avverte il rischio della fregatura "appena qualcuno attacca Salvini o Meloni, lui chiama per chiedere di stare buoni. Almeno fino alla quarta votazione". Ma "i margini politici per riuscire nell'impresa sono persino più risicati dei consensi su cui Berlusconi può contare, è impossibile sapere quale sarebbe la sua reazione alla delusione", conclude Verderami.
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