Andrea Orlando, il retroscena: "Mario Draghi h un problema con lui e il Pd". Terremoto politico a Palazzo Chigi
Il ministro del Lavoro Andrea Orlando "un sabotatore" e il Pd "poco governativo". Secondo il Giornale, il premier Mario Draghi non avrebbe gradito affatto i comportamenti degli uomini di Enrico Letta. Sulla ripresa grava l'incognita lavoro: una bomba atomica sul punto di esplodere, visto che la sentenza del Tribunale di Firenze ha sì disinnescato i 422 licenziamenti "a freddo" alla Gkn di Campi Bisenzio, ma alla lunga rischia di essere una foglia di fico perché non può essere un giudice a porre rimedio alle falle delle politiche sull'occupazione e soprattutto, con l'avanzare dell'autunno, il pericolo (se non la certezza) è che casi simili spunteranno come funghi.
Vecchi ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza non bastano. Draghi lo sa, ma il guaio è che il Pd sembra fare resistenza. Orlando, sottolinea il retroscena del Giornale. "sembra aver deluso le aspettative" di Palazzo Chigi. Il problema è politico, e non di poco conto perché l'ex pupillo di Giorgio Napolitano è "uno degli uomini chiave" del Nazareno, già vice segretario con Zingaretti e capo della corrente Dems, molto influente. Tutti si attendevano un fedelissimo yesman a fianco del premier, invece sta accadendo il contrario. "A Palazzo Chigi stanno ancora aspettando il piano sul Welfare - si legge - e, come racconta Giuseppe Colombo su Huffington Post, sono rimasti sconcertati davanti al decreto anti-delocalizzazioni, tanto da affidare la pratica a Francesco Giavazzi, consigliere economico di Draghi". Di fatto, "una sorta di commissariamento, anche se nessuno al governo lo chiamerebbe mai così".
Sullo sfondo, i tempi strettissimi per l'attuazione del Pnnr. L'Italia rischia seriamente di perdere parte dei lauti fondi europei per il Recovery. Di fatto, un suicidio in piena regola. "Serve un piano per snellire la burocrazia e liberare gli amministratori pubblici dalla paura della firma", sottolinea sempre il Giornale, ma anche in questo caso il Pd è il partito delle barricate. "Il sospetto è che qualcosa tra Draghi e il Pd non stia funzionando. L'alibi è di dover convivere con Salvini nella maggioranza, ma Letta non si è mai sbracciato per rivendicare il lavoro del governo e ha preferito rimarcare battaglie identitarie". E di soli migranti, Ius soli e Ddl Zan non si vive.