Romano Prodi e i complimenti allo "statista" Silvio Berlusconi? Indiscrezioni: cerca consensi per il Quirinale
Dopo un quarto di secolo gli eterni rivali, Romano Prodi e Silvio Berlusconi, hanno un obiettivo comune: il Quirinale. Nel 2013 Il Professore fallì per colpa del fuoco amico di 101 parlamentari. "In realtà erano almeno 120", precisa lui. Per il dopo Mattarella tutto ancora è in alto mare, ma entrambi - dicono i bene informati - ci fanno un pensierino. "Oggi per vincere il Cav e il Prof devono guardare al centro, cercare i moderati, sperare di raccogliere voti nell'altro fronte. Basta contrapposizioni, è l'ora della diplomazia", scrive il Giornale.
Così, per esempio. Romano Prodi, a cinque mesi dalla scadenza del mandato di Sergio Mattarella, con il Corriere della Sera arriva a parlare bene del rivale di sempre. "Berlusconi dopo la caduta del Muro di Berlino riuscì a riunire i moderati creando il centrodestra. Helmut Kohl lo accolse nel partito popolare europeo e io gli chiesi che stava facendo: ma aveva ragione lui. Fi oggi è una forza europeista. Berlusconi statista è stato il capolavoro di Kohl", afferma Prodi.
Lui però smentisce ambizioni quirinalizie. "Dovunque ci sia un voto segreto si annida un rischio. Io però starò a guardare da laico, non essendo nemmeno cardinale". Intanto ha pubblicato la sua autobiografia. "Quanto al Cavaliere, la strategia è per certi versi simile e si può sintetizzare così: affidabilità totale, nessuna fuga in avanti, rispetto massimo per Mattarella e appoggio al governo Draghi. Se, per motivi diversi, i due presidenti saranno indisponibili, se non ci sarà spazio per una figura neutrale, allora si dovrà cercare un capo dello Stato politico", avverte il Giornale. Pd e M5s ancora non hanno espresso un candidato, mentre il centrodestra ha già indicato Berlusconi. Sulla carta gli mancano trenta-quaranta voti.
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