Bologna, negata la piazza a Giorgia Meloni: la bassezza della sinistra in campagna elettorale
La data è già stata fissata ma il luogo ancora non c'è: il 26 settembre Giorgia Meloni sarà a Bologna per un comizio che in tanti attendono con trepidazione in vista dell'imminente tornata elettorale. Peccato che ad oggi non si trovi una piazza per ospitare la leader di Fratelli d'Italia. La vicenda ha del surreale e a detta dei dirigenti locali di FdI il Comune potrebbe anche averci messo lo zampino. Il capoluogo emiliano è infatti una delle tante città in cui tra un mese si terranno le elezioni amministrative: con un Pd lacerato da faide interne e un centrodestra particolarmente agguerrito, negare un palcoscenico importante a quella che oggi è la leader del primo partito d'Italia potrebbe essere una tentazione ghiotta per una sinistra in affanno.
Vaccino, a favore anche gli elettori di FdI e Lega: ciò che i leader non devono scordare
A denunciarlo esplicitamente gli esponenti bolognesi di Fratelli d'Italia, che ieri mattina hanno presentato nella città del Nettuno i loro candidati per il Consiglio comunale e nei quartieri. «Siamo perplessi e stupefatti», ha dichiarato Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell'organizzazione del partito - del fatto che abbiamo la data in cui verrà a Bologna Giorgia Meloni, il 26 settembre, per un comizio, ma non ci è stato concesso uno spazio adeguato. Per ogni piazza - ha ironizzato il deputato - hanno inventato una scusa. Da una parte c'è la manifestazione "degli amici della rana fritta", dall'altra "l'associazione Peace&Love" o l'associazione "Siamo tutti amici delle Sardine che si scoprono piddine...". Tutte scuse, secondo i dirigenti di FdI, «per impedire il comizio di quella che a oggi è la leader più popolare in Italia. Questa - ha concluso Donzelli - è la prova di quanto la sinistra abbia paura di perdere le sue rendite di potere in città».
FESTA DELL'UNITÀ
A stridere è anche il fatto che se da un lato Fratelli d'Italia aspetta ancora la concessione di una piazza, dall'altro il Pd bolognese sta approfittando di una Festa dell'Unità di enorme durata (dal 26 agosto al 12 settembre) per far conoscere il proprio programma e i propri candidati ai cittadini. La stessa kermesse dei democratici è assurta giorni fa alle cronache nazionali per un teatrino imbarazzante: gli organizzatori si sono infatti rimangiati l'invito rivolto al deputato bolognese di FdI Galeazzo Bignami, inizialmente annunciato come ospite per un dibattito incentrato sulle riforme istituzionali. La motivazione? Una foto del 2006 in cui Bignami fu immortalato con l'uniforme nazista in occasione di un addio al celibato, atto che il diretto interessato definì all'epoca "una goliardata". Del resto, tre anni fa lo stesso Pd aveva ignorato bellamente l'episodio, invitando Bignami alla Festa nazionale dell'Unità di Ravenna. Insomma: tra inviti annunciati e poi annullati e piazze introvabili, la campagna elettorale sotto le Due Torri sta assumendo tonalità grottesche. E se si trattasse soltanto di un malinteso? A sollevare più di un dubbio sulla buonafede di Palazzo D'Accursio è Marco Lisei, capogruppo FdI in Regione Emilia -Romagna: «Il Comune - rivela a Libero Lisei - sapeva che ci sarebbe stata la campagna elettorale e sape va quali erano le piazze dove tradizionalmente si sono sempre tenuti i comizi più importanti. Sul piano tecnico questi aspetti vengono discussi nella commissione interpartitica, per poi fissare le re gole nero su bianco con una delibera di giunta».
FESTIVAL FRANCESCANO
Ora, nonostante il documento non sia stato ancora approvato, «il Comune ha già concesso spazi ad associazioni e altre realtà per i loro eventi». Secondo quanto riportato dall'agenzia Dire, a oggi in piazza Maggiore è previsto il Festival francescano, in Santo Stefano un'iniziativa dei sindacati. Impegnate anche piazza XX settembre. «Non dico lo abbiano fatto apposta», conclude, «ma una simile approssimazione ci porta a pensarlo». Eppure, una simile strategia impedirebbe anche al Pd di ospitare un 'big' del partito a pochi giorni dal voto. «A loro non importa», è la battuta fulminante di un cittadino bolognese, professione edicolante, «le piazze non le riempiono più da tempo».