Green Pass, blitz della Lega in Parlamento: una pioggia di emendamenti, alta tensione nel governo
Cresce il pressing della Lega sul green pass. La contrarietà del Carroccio nell'imporre limitazioni a chi non ha fatto il vaccino è nota. E adesso prende forma nei fascicoli di emendamenti presentati al decreto Covid. Quello in discussione alla Camera, che prevede, all'articolo tre, il passepartout vaccinale per accedere a bar e ristoranti al chiuso, a piscine e palestre, per partecipare a spettacoli, recarsi al cinema e nei centri termali. Regole che varranno, a partire dal 6 agosto, anche nelle Regioni a bassa circolazione epidemiologica, catalogate con il colore bianco. Sono 434 le proposte di modifica presentate dalla Lega all'articolo 3, su 900 in totale. Una di queste prevede la totale soppressione dell'articolo. Si tratta di un emendamento a prima firma del deputato Guido De Martini, presentato in commissione Affari sociali alla Camera. Fonti della Lega spiegano la ratio della modifica. Che in realtà mira a evitare l'uso del green pass in zona bianca. Tuttavia si tratta di un passo ulteriore e più ostile rispetto alla linea di Matteo Salvini. Il segretario leghista, nei giorni scorsi, pur rivelando tutte le sue perplessità, ha tenuto aperto il canale del dialogo con Mario Draghi, nel tentativo di bilanciare la linea rigorista incarnata, nel governo, dal ministro Roberto Speranza, spalleggiato dai colleghi del Pd e del M5s.
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PIOGGIA DI MODIFICHE
In realtà la modifica proposta dal leghista De Martini non è l'unica che vuole sopprimere il Green pass, ce ne sono varie che arrivano dal gruppo misto e una firmata, per Fratelli d'Italia, da Giorgia Meloni. Però è chiaro che l'emendamento leghista è quello che fa più rumore, essendo il Carroccio una delle colonne portanti dell'esecutivo. Altri emendamenti della Lega, a prima firma Claudio Borghi, prevedono l'introduzione del Green pass vincolata a controlli preventivi, chiedendo che la verifica sia affidata alla Corte europea dei diritti dell'uomo o, in alternativa, al Parlamento europeo o al Consiglio europeo. Tra fughe in avanti più o meno concordate, ieri è stato il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari a dare la linea: «La Lega ha presentato più di 900 emendamenti al decreto Green Pass», ha spiegato a SkyTg24, «perché il nostro obiettivo è cambiare e migliorare questo provvedimento. Pensiamo che sia assurdo ipotizzare il green pass per entrare al bar o al ristorante, riteniamo che non debba riguardare i minorenni, che non debba limitare la circolazione su treni, aerei e altri mezzi di trasporto e non debba essere utilizzato per gli spazi interni degli alberghi». Sull'argomento è intervenuto anche Giancarlo Giorgetti. Per frenare. Il ministro dello Sviluppo economico, che è anche il più filogovernativo della Lega, ha voluto precisare che la discussione, sul tema, è in corso e che «non sono ancora state prese decisioni». Fortunatamente, ha aggiunto, «decide il Consiglio dei ministri e non i giornali». Ci sono, ha concluso Giorgetti, «alcuni profili che consigliano di andare in quella direzione, ma ci sono anche precauzioni da prendere perché ci sono diritti del lavoro da salvaguardare». C'è da salvaguardare la stagione turistica, ha sottolineato la deputata Eva Lorenzoni, in un'intervista con 9Colonne: «Noi proponiamo 5 semplici punti: l'autocertificazione per i clienti di bar e ristoranti; l'esenzione dal green pass per i minorenni, per le fiere e sagre all'aperto, per i servizi interni degli alberghi e per mezzi di trasporto».
SALVARE IL TURISMO
Altre proposte sono state depositate da Forza Italia. Le ha illustrate il deputato Roberto Novelli: «Non vogliamo far gravare sugli esercenti il compito di verificare l'autenticità della certificazione, limitando il compito al controllo del possesso e fissando a 12 annil'età minima per tutte le attività, compresi le feste di matrimonio e altri eventi, contro i sei anni e persino 2 anni oggi vigenti», ha concluso Novelli. Non mancano le polemiche. «La Lega di Matteo Salvini ha presentato un emendamento soppressivo per cancellare del tutto il green pass e altri 434 emendamenti per limitarne l'utilizzo», ha denunciato il capogruppo di LeU a Montecitorio Federico Fornaro. «Salvini, che a parole dice sempre di essere d'accordo con Draghi, si dimentica che il green pass è stato deciso dal consiglio dei ministri e nei fatti ha la stessa posizione della Meloni o dei novax contro il green pass. Una posizione che oggettivamente mette in difficoltà il governo e soprattutto lancia messaggi contraddittori a un'opinione pubblica già confusa».
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