Green Pass, Maurizio Casasco: "Decida il governo, non è un tema da parti sociali"
L’obbligo di green pass sul lavoro non è tema delle parti sociali, dei giuristi, dei magistrati: è una decisione che spetta allo Stato, al governo, alla Commissione europea. Questa la posizione di Maurizio Casasco, confermato ieri presidente di Confapi e da marzo presidente della Cea-Pme, la Confederazione Europea delle piccole e medie Imprese, che raccoglie 2,1 milioni di aziende in 24 Paesi, con 18 milioni di lavoratori.
“Anche da medico – spiega all’AGI - è da tempo che sostengo l’equazione: più vaccini meno contagi, meno contagi meno varianti. Poiché la velocità della variante del virus è più veloce dell’eventuale variante dei vaccini, la sfida è sulla velocità dell’uomo rispetto alle varianti. Ora il tema vero non sta nel numero di contagi o di persone ospedalizzate: la deadline è se e quando saranno ricoverati i vaccinati. Nel caso in cui i vaccinati fossero a rischio vita, la situazione sarà veramente pericolosa e servirà un intervento deciso”.
Ma secondo Casasco, la questione non può essere affrontata a livello regionale: il problema è globale e la scelta non può che essere globale o quanto meno europea. In ogni caso, non si può seguire il dibattito aperto in solitaria da Confindustria e poi percorso da giuristi e politici. "Possiamo e dobbiamo imprimere una grande accelerazione alle vaccinazioni, implementare i protocolli sulla sicurezza, insistere sulla prevenzione: ma se la criticità aumenta, la scelta spetta al governo”. Il punto critico arriverebbe – insiste Casasco – se i vaccinati verranno ospedalizzati: “Questo, come ha detto il premier Draghi, è una questione di vita o di morte. Allora la scelta non è dei datori di lavoro e dei sindacati ma dello Stato. E’ il ministero della Salute che ha la responsabilità di portare il tema in Consiglio dei ministri, e il governo di portarlo eventualmente a Bruxelles”. Secondo Casasco, è il momento di “spingere tutti nella stessa direzione senza disquisizioni di diritto” in nome della “coesione sociale”.
Fondamentale però non creare confusione, come avvenuto per il vaccino Astrazeneca, o per l’utilizzo dei trasporti, con i treni ad alta velocità covid free e i treni locali senza limitazioni. “La confusione- ricorda Casasco - genera instabilità e questa è un danno per la società e per l’economia”. “Il generale Figliuolo ha fatto molto bene – conclude il presidente di Confapi – ma ora occorra che al momento necessario il governo faccia le scelte necessarie che le parti sociali non possono assumere”.