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Giustizia, la mano di Sergio Mattarella e le telefonate di Beppe Grillo: retroscena, così Draghi si è salvato

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Per scongiurare la crisi di governo sulla riforma della giustizia è stato necessario anche l’intervento del Quirinale e di Beppe Grillo. È il retroscena svelato da La Stampa, secondo cui a un certo punto la crisi da fantasia estiva è apparsa una possibilità concreta, dato che Giuseppe Conte era disposto a tutto pur di portare a casa un risultato positivo per il Movimento 5 Stelle. I ministri che hanno partecipato alle trattative parlano di un Mario Draghi nervoso e spazientito quando ha capito che nessuna delle parti in gioco era disposta a cedere sulla riforma del processo penale.

 

 

Quando il M5s ha messo in chiaro che si sarebbe astenuto in Cdm e avrebbe votato contro in Parlamento, anche in caso di imposizione della fiducia sul testo, allora Draghi ha interrotto la seduta per trovare una mediazione. Che pare sia arrivata innanzitutto per merito del ministro leghista Giancarlo Giorgetti e poi anche per l’intervento di alcuni protagonisti esterni. Come Sergio Mattarella, che secondo La Stampa si sarebbe informato su quanto stava accadendo a Palazzo Chigi, sentendo sia Luigi Di Maio che Conte.

 

 

Anche Beppe Grillo pare che non sia rimasto a guardare, costanti i suoi contatti telefonici con il ministro degli Esteri e con il nuovo leader del Movimento. Pure il Pd avrebbe fatto pressione su Conte per impedirgli di mandare il governo all’aria: alla fine la mediazione è arrivata e ha accontentato tutti.

 

 

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