Giustizia, via libera in Cdm: Conte piega la testa, nonostante il compromesso sui reati di mafia
Tanto rumore per nulla. Per come era iniziata la giornata e per i segnali che erano arrivati dal Movimento 5 Stelle, ci si aspettava la guerra sulla riforma della giustizia portata avanti dalla ministra Marta Cartabia. E invece è stato trovato l’accordo in Consiglio dei ministri: approvazione unanime, anche da parte dei grillini, che si sono accontentati della mediazione sui reati di mafia.
Quindi alla fine è arrivata la retromarcia del Movimento, che era in realtà ampiamente preventivabile, perché nessuno aveva davvero intenzione di innescare una crisi di governo, con tutto quello che avrebbe comportato dentro e fuori l’Italia. E così lo scontro totale sulla giustizia è stato ricucito ora dopo ora, fino ad arrivare al via libera alla riforma. Il Cdm era inizialmente previsto per le 11.30, invece si è riunito ben oltre le 13: il motivo risiede nel fatto che i ministri grillini erano in riunione con Giuseppe Conte.
Quando il M5s ha comunicato l’intenzione di astenersi, Mario Draghi ha immediatamente sospeso i lavori: chissà se dietro la mediazione c’è stata la mano di Beppe Grillo… Fatto sta che alla fine i 5 Stelle si sono dovuti accontentare del compromesso sui reati di mafia: per i processi di appello che riguardano reati con l’aggravante mafiosa ci saranno 6 anni di tempo, mentre per 416 bis e ter non è previsto alcun limite di tempo. Il nuovo testo ha ottenuto l’unanimità di tutte le componenti del governo.