Mario Draghi, crisi di governo? Marcello Sorgi: "Sergio Mattarella e l'ipotesi di un governo militare, come con Figliuolo"
Il governo presieduto da Mario Draghi può andare davvero in crisi, al punto da cadere anticipatamente? Marcello Sorgi tende a escluderlo e spiega il perché nell’editoriale pubblicato nell’edizione odierna de La Stampa. Nonostante la tensione sia molto alta tra i partiti della maggioranza sulla riforma della giustizia, a causa della mossa dei 5 Stelle di Giuseppe Conte che si sono rimangiati l’accordo trovato in Consiglio dei ministri due settimane fa, secondo Sorgi non bisogna farsi ingannare dalle apparenze.
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Tutti sono alla ricerca di visibilità, ma il pallino è sempre in mano al presidente del Consiglio: se non dovesse essere raggiunto un compromesso tra tutte le richieste di modifica presentate, Draghi chiederà la fiducia sul testo uscito da Palazzo Chigi prima che venisse rimesso in discussione. Sorgi è convinto che ad agosto nessuno ha voglia di una crisi, a differenza di quanto accaduto nel 2019, quando la legislatura era ancora all’inizio. “Qualcuno dice che dal 3 agosto, data di inizio del semestre bianco - scrive il giornalista de la Stampa - partirà una sorta di ‘liberi tutti’. Possibile, ma nulla di più sbagliato immaginare Sergio Mattarella con le mani legate, solo perché non può più ricorrere a elezioni anticipate”.
E qui Sorgi illustra i possibili scenari, piuttosto remoti ed estremi: “Se Draghi fosse costretto a dimettersi, Mattarella lo rinvierebbe immediatamente alle Camere, mettendo i partiti di fronte alle loro responsabilità. Ma metti anche che, in un intento suicida, gli stessi responsabili delle dimissioni insistessero per mandare a casa il banchiere, al presidente della Repubblica non resterebbe che mettere su un governo elettorale, forse perfino militare, come è accaduto con il generale Figliuolo per le vaccinazioni”.