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Green Pass, Matteo Salvini: "Così è ingiusto e inaccettabile, ecco il piano della Lega per cambiarlo in Parlamento"

Pietro Senaldi
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Senatore Salvini, lei è accusato di tenere una linea ambigua sui vaccini: non li sponsorizza, non li condanna, dice di comprendere chi protesta contro il Green pass ma al contempo vorrebbe tenere tutto aperto. Crede che i vaccini servano? Quanto? Non pensa che se molte persone non si vaccinano il virus continuerà a circolare?

«Io credo alla scienza, osservo la realtà e amo la libertà. Anzi, le libertà, tutte le libertà. Io mi sono vaccinato per libera scelta,ma non penso che tutti gli italiani debbano essere costretti a farlo. Sono per l’informazione, non per l’imposizione, gli obblighi, le multe. Oggi il Green pass, con i letti di terapia intensiva per fortuna vuoti al 98%, rischia di escludere dalla vita sociale più della metà degli italiani. Una famiglia (anche vaccinata) che andrà in vacanza a ferragosto con una figlia di 14 anni, dovrà fare un tampone ogni volta per andare in pizzeria, in piscina o al parco giochi? Non si sta esagerando? E se il pass evita tutti i problemi, perché non riaprire in sicurezza anche le discoteche, con il pass? Ci sono in ballo 3.000 imprese, 100.000 posti di lavoro e, soprattutto, il diritto di milioni di ragazzi a vivere e divertirsi, in sicurezza».

I numeri stanno salendo vorticosamente: ieri quasi cinquemila contagi. Non teme che avremo un autunno come l’anno scorso e cosa pensa che si debba fare per scongiurare questa eventualità funesta?

«Il dato dei morti, dei ricoveri e delle terapie intensive rimane per ora fortunatamente costante e sotto controllo. Ieri 7 morti, nei giorni precedenti cifre simili o anche inferiori, gli italiani vaccinati sono ormai quasi 40 milioni, entro settembre saranno molti di più. Le scuole e le aziende dovranno riaprire per tutti, senza esclusioni, licenziamenti o punizioni. Si può fare. Il giorno che hanno firmato il Decreto Riaperture ci furono 361 morti, oggi che si parla di nuovi limiti e chiusure solo 7. Qualcosa non torna». 

 

 

 

Lei, comprensibilmente, è scettico sui vaccini ai ragazzi. Perché? Non riterrebbe una sciagura la ripresa dell'anno scolastico in Dad e non pensa che, per evitarlo, sia necessario imporre il vaccino per legge al personale scolastico? Pensa che l'obbligo andrebbe alzato come età dai 12 ai 16 anni?

«Io penso che non si debba obbligare nessuno e per la salute dei figli, come per l'educazione nel caso della legge Zan, la decisione spetta a mamma e papà, non ad altri. Sul vaccino ai ragazzi non esprime dubbi Salvini, ma le comunità scientifiche di altri Paesi europei come la Germania e la Gran Bretagna, che invitano a vaccinare i ragazzi solo se hanno altre gravi patologie. E sugli insegnanti credo sia un falso problema: più del 90% di loro ha già fatto il vaccino. Alla maestra di mia figlia a settembre non chiederò di certo il pass, ma la passione di sempre».

Il Green pass è di difficile attuazione. Chi controlla? Quali devono essere le sanzioni? Che cosa non la convince della certificazione verde?

«Sono domande da girare ai ministri Speranza e Lamorgese: se per le partite negli stadi o per i grandi concerti forse un senso ci poteva essere, partire a inizio agosto con tutte le altre attività sarà ingestibile. Che facciamo, trasformiamo baristi, bagnini e camerieri in poliziotti? Gli italiani sono persone di buon senso e rispettosi, non meritano altri problemi e altra burocrazia, penso soprattutto al mondo del turismo, del commercio e ai molti genitori con figli, alle loro difficoltà difficoltà. Almeno concedere tamponi salivari, rapidi e gratuiti a tutti, sarebbe utile. Quando il Green pass arriverà in Aula, presenteremo tutti gli emendamenti necessari».

Concorda con il fatto che l'Italia non può permettersi di richiudere? Quale prezzo è disposto a far pagare agli italiani per evitare un nuovo lockdown e a quali condizioni lo riterrebbe necessario?

«Il lockdown sarebbe una sconfitta per tutti, un colpo mortale per l'Italia. Ma ora parliamo del nulla, i dati sono sotto controllo e sono convinto che il piano vaccinale- realizzato con efficacia dalle Regioni - sarà uno scudo importante. Mi fido degli italiani. Parlare di possibili catastrofi fa male al Paese: negli ultimi giorni i messaggi di terrore sui contagi hanno provocato migliaia di disdette in alberghi in tutta Italia. Assurdo. Leggere alcuni giornali e guardare alcuni telegiornali mi fa venire tanti dubbi...».

Che cosa pensa davvero dei no vax? Vittime della cattiva informazione, della paura, della sfiducia totale verso la politica? L'Italia dopo il Covid è più cattiva?

«Il Covid ci ha certamente cambiato, ma mi limito a osservare che la preoccupazione sul tema vaccini non è alimentata da qualche no vax, ma da alcuni pasticci oggettivi. Si pensi alla confusione su Astrazeneca, alla scelta di cambiare in corsa l'età di somministrazione di alcuni vaccini, le diversità di scelta tra paesi per esempio sul vaccino ai minorenni. Farsi delle domande credo sia lecito. E lo dico da persona vaccinata. Che il vaccino sopra i 60 anni salvi vite è certo, sui bambini e sui ragazzi la stessa comunità scientifica internazionale invita alla cautela. Cosa sono, tutti no vax? Etichetta che viene attaccata addosso con superficialità, mentre il confronto civile sarebbe molto più utile. Le migliaia di persone che sono scese in piazza nel week end, molte delle quali vaccinate e informate, sono un fatto significativo: vanno ascoltate e capite, non censurate o insultate».

La sensazione è che il premier Draghi sui dossier importanti faccia toccare poco palla ai partiti che lo sostengono e ai quali restano temi marginali da cavalcare. Immigrazione, Green pass, lavoro, Recovery Fund, legge Zan: cosa ne pensa?

«La Lega ha confermato coi fatti di sostenere le riforme del governo, dal taglio delle tasse al rinvio delle cartelle di Equitalia. Con convinzione. Invece, il Pd manda in fibrillazione la maggioranza cercando lo scontro sul ddl Zan, proponendo Ius soli e nuove tasse, e il Movimento 5Stelle minaccia addirittura di uscire dal governo in polemica sulla giustizia. Come avevo detto mesi fa, con Pd e 5Stelle è difficile lavorare e fare le riforme, Draghi ne è certamente consapevole. Certo, le provocazioni quotidiane di qualcuno non aiutano: che senso ha scegliere come consulenti gente come la Fornero o Arcuri, che hanno fatto più danni della grandine? Sull'immigrazione poi la situazione è drammatica, gli sbarchi si moltiplicano e non mi pare che il Viminale stia reagendo come necessario: a chi sbarca a Lampedusa qualcuno chiede il Green pass?»

 

 

 

Che centrodestra lascerà l'esperienza Draghi? Come si può presentarsi uniti davanti agli elettori dopo mesi, se non anni, di rivalità se non di dispetti reciproci?

«Il centrodestra sarà unito, come lo è sui territori, perché è quello che chiedono gli elettori e perché dove governiamo lo facciamo bene. Cercano di allontanarci e dividerci, non ci riusciranno. E la presenza della Lega in questo governo è una garanzia per tutti, figurarsi se avessimo solo Pd e 5Stelle quante ne combinerebbero».

Non teme di pagare nell'urna i compromessi del governo? O è cambiata la stagione e i cittadini premiano chi governa in maniera pragmatica e perdonano meno chi non riesce a mantenere le promesse fatte quando era all'opposizione?

«Se avessi scelto di inseguire il consenso o il sondaggio quotidiano, non sarei entrato nel governo. Abbiamo deciso invece di farlo per amore dell'Italia, per non lasciare a Pd e 5stelle le chiavi del futuro dei nostri figli, per evitare patrimoniale, Ius soli, tasse sulla casa, nuova burocrazia e blocco delle grandi opere. Grazie alla Lega al governo è stata salvata la Flat tax per le partite Iva fino a 65mila euro, sono state rinviate le cartelle esattoriali e i pagamenti dei lavoratori autonomi. Ora siamo al lavoro per rateizzare e rottamare, dopo aver bloccato aumento dell'Imu e possibili patrimoniali. Se non ci fosse la Lega al governo, oggi gli italiani avrebbero anche molte tasse in più».

Ha annunciato mezzo milione di firme al referendum sui magistrati entro una settimana: cosa le dicono gli italiani che incontra ai gazebo?

«Raccoglieremo più di un milione di firme visto il successo, magari anche due! Nelle piazze e nei Comuni (si può firmare tutti i giorni, anche oggi, nel proprio Comune di residenza) firmano persone di tutte le idee, età e professioni, di destra e di sinistra: tutti ci ringraziano e chiedono di andare avanti, perché di questa "giustizia" gli italiani non ne possono più».

Come mai è montata così tanta rabbia nei confronti dei giudici? Si ritiene un perseguitato dalla giustizia?

«Non credo ai complotti, ma che una piccola parte di magistratura sia legata alla sinistra e usi i processi per fare politica è evidente. Mi limito a ricordare che a dire "Salvini ha ragione ma va attaccato" fu Palamara. A metà settembre andrò in tribunale a Palermo per il caso Open Arms, per aver difeso e protetto il mio Paese: sarò in quel Tribunale dove di solito processano i mafiosi a testa alta, perché difendere l'Italia dagli scafisti e dai clandestini non è reato».

La riforma della giustizia della Cartabia non è sufficiente, senza i referendum? Pensa che Conte può davvero fare cadere il governo su di essa?

«Riforma Cartabia e referendum sono complementari, se Conte volesse uscire dal governo sarebbe una splendida notizia per gli italiani».

A Voghera ancora non è chiaro quello che è successo, ma già la società si è divisa. Ci sono troppe armi in Italia in mano ai privati oppure ci sono troppi clandestini violenti? Da che parte sta la legalità in quella vicenda?

«Disarmare i cittadini perbene significa aiutare i delinquenti, solo quel genio di Letta poteva avere un'idea del genere. Su Voghera attendo i risultati del lavoro degli inquirenti, ma in generale non credo che in Italia ci sia il Far West: per ottenere il porto d'armi è necessario sottoporsi a numerosi test e controlli, sono circa 1.300.000 gli italiani che detengono legalmente un'arma. Peraltro un video conferma che l'uomo - che purtroppo è rimasto ucciso - aveva colpito per primo l'assessore che ha reagito».

Che ne pensa dei nuovi fondi dati dal governo ad Invitalia, guidata da Arcuri?

«Mi sembra assurdo, per motivi di costo e di opportunità. Mi tengo stretto il generale Figliuolo che ha dato una spinta decisiva alla campagna vaccinale dopo i disastri delle primule di Conte-Arcuri».

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