Giorgia Meloni, "tradita da Salvini e Berlusconi". Cosa chiede ora Fratelli d'Italia: una slavina politica in Parlamento
Dopo la presidenza del Copasir, quella della Vigilanza Rai. La minaccia di Giorgia Meloni al centrodestra è concreta, e pesante. Furiosa per l'esclusione di rappresentanti di Fratelli d'Italia dal nuovo Cda Rai, giudicato un orrore costituzionale prima ancora che uno sgarbo politico da parte di Lega e Forza Italia, la leader dell'unica forza d'opposizione in Parlamento pretende ora una ricompensa che non sia semplicemente qualche "figurina" a viale Mazzini.
Dalle parti di FdI si parla apertamente di "tradimento dei patti" stabiliti all'interno del centrodestra, e l'astensione dei meloniani nel voto della nuova presidente Marinella Soldi (con Carlo Fuortes amministratore delegato) indica come la situazione sia ben lontana dall'essere appianata. "Sulla Rai - ha spiegato la Meloni nel corso dell'intervista con Bruno Vespa per la presentazione a Manduria del suo libro - c'era un accordo che non è stato rispettato. Avevo stretto la mano a Silvio Berlusconi qualche giorno fa, l'ho sentito al telefono. Sono molto dispiaciuta per il caso Rai. Se il Partito democratico si fosse trovato al nostro posto, pensate a cosa sarebbe successo: girotondi, la Von der Leyen in campo, insomma il finimondo. Ora rivendico la presidenza della Vigilanza Rai. Con noi sono state violate tutte le regole, io non ho mai fatto lo sgambetto a nessuno, soprattutto nei confronti degli alleati. Oggi Fdi non ha le giunte, non ha la Vigilanza Rai, abbiamo il Copasir e non perché ce l'hanno dato".
Il siluramento dell'ex consigliere in quota FdI, Giampaolo Rossi, è stato etichettato come "una anomalia e un pericolo per il pluralismo". Il problema, come sottolinea anche il Giornale, è che alla Commissione di Vigilanza Rai siede come presidente un forzista, l'ex giornalista Mediaset Alberto Barachini, e l'intenzione non è certo quella di farlo cadere prima della scadenza naturale del suo mandato. L'alternativa, confidano nel centrodestra, è di affidare a esponenti vicini alla Meloni le direzioni operative (lo stesso Rossi, per esempio, è dato per favorito al vertice di Rai Com). Per quelle editoriali dei Tg e delle reti, invece, "si aspetta con calma l'esito delle amministrative di ottobre", spiega il Giornale. Turbolenze in vista, insomma, anche dopo l'estate.