L'aria che tira, Simone Pillon contro il Ddl Zan: "Padre e madre diventeranno istigazione alla discriminazione"
Nel Pd molti senatori sono in pressing su Enrico Letta per convincerlo a trattare con la Lega sul Ddl Zan: non ci sono i numeri, si rischia l'autogol politico. Il voto sulla sospensiva presentata da Lega e Forza Italia (e respinta di un solo voto, anche grazie al contributo dell'ormai ex "responsabile contiano" Alfonso Ciampolillo, ha dimostrato quanto il fronte dei sostenitori del disegno di legge contro l'omotransfobia sia fragile.
Anche perché, dall'altra parte, Italia Viva e Lega stanno lavorando ai fianchi, cercando un compromesso che alla fine potrebbe convincere i dem a cedere pur di non doversi vedere sconfitti alla conta e costretti ad ingoiare una "legge Renzi-Salvini". Proprio dal Carroccio, intanto, proseguono attacchi pesanti al Disegno di legge del deputato dem Alessandro Zan.
In collegamento con L'aria che tira Estate su La7, il senatore Simone Pillon, tra i più vicini al movimento pro-life e fiero oppositore del Ddl Zan, sottolinea: "È sempre possibile che le forze politiche concordino di sospendere il dibattito in Aula e di restituire la palla alla mediazione politica, noi su questo siamo assolutamente favorevoli. Se togliamo di mezzo gli aspetti ideologici, sul resto si può trovare un accordo più che onorevole per tutti". Poi avverte studio e telespettatori: "Se passerà il Ddl Zan, riterrà discriminatorio utilizzare le parole madre e padre sui documenti, quella sarà istigazione alla discriminazione". È questa l'Italia che vuole il Pd, nel nome di una interpretazione viziata e distorta di sacrosanti "maggiori diritti" alle minoranze?
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