M5S, Devis Dori passa a Leu: malumori interni dopo l'arrivo di Giuseppe Conte?
Devis Dori è l'ennesimo deputato pentastellato che ha deciso di lasciare i cinquestelle. Nella giornata di ieri, lunedì 12 luglio 2021, Dori ha infatti annunciato il suo passaggio a Liberi e uguali. Si tratta del 94esimo addio (61 deputati e 33 senatori), fra uscite volontarie ed espulsioni, tra le file del MoVimento 5 Stelle dall'inizio della legislatura. Quello di Dori sembrava essere il primo addio di una lunghissima serie, ma l'accordo raggiunto in extremis domenica scorsa dall'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il fondatore pentastellato Beppe Grillo sembra, almeno per ora, scongiurare il pericolo di fuoriuscite sostanziose.
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Secondo i numeri riportati da Openpolis.it, i cambi di casacca nel corso dell'attuale legislatura sono già stati 260. I parlamentari convolti sono 204, alcuni hanno cambiato più volte. Di questi 204, 139 sono deputati, mentre 65 senatori. I partiti che hanno perso più forze per strada sono quindi M5S, Forza Italia e il Partito democratico, che hanno rispettivamente visto andare via 94, 37 e 31 parlamentari. Come fa notare il Corriere della Sera, il Movimento 5 Stelle ha una caratteristica in particolare che li distingue dagli altri partiti: dal 2018 hanno soltanto perso deputati e senatori, ma nessuno ha fatto il percorso inverso.
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Intanto, in casa pentastellata è rivoluzione interna. Dopo nove giorni di lunghissime trattative è arrivato l'accordo sul nuovo Statuto tra i due Giuseppe. La carta verrà presentata nei prossimi giorni ed è parecchio diversa da quella presentata del 2017, quando l'allora capo politico (oggi 'presidente'), era Luigi Di Maio. Figura che verrà incarnata ora da Conte e che sarà a tutti gli effetti "l’unico titolare e responsabile della determinazione e dell’attuazione dell’indirizzo politico del Movimento 5 Stelle". Il Presidente sarà infine rappresentate legale del Movimento e il responsabile della comunicazione. Anche in passato il Capo politico era il legale rappresentante e aveva "tutti i necessari poteri di ordinaria amministrazione". Definizione che lascia ampi margini di interpretazione, che includesse anche la comunicazione del partito?