Giorgia Meloni contro il Pd: "Usa gay e lesbiche come scudi umani per fare altro"
Giorgia Meloni non ci va per il sottile. Da unica forza all'opposizione la leader di Fratelli d'Italia si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Primo tra tutti quello contro il Partito democratico, da giorni impelagato con il disegno di legge Zan al quale la Meloni non nasconde di essere contraria: "Qua non c’è nessuna fobia, è una questione razionale - ha esordito intervistata da La Stampa -. Si possono avere idee diverse sui contenuti di una legge". Per la leader di FdI la sinistra altro non fa che una "battaglia politica sulla pelle di gay e lesbiche, usando i più fragili come scudi umani per fare altro".
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Poi ecco che la Meloni si rivolge al centrodestra lanciando un chiaro messaggio sulla futura leadership della coalizione: "Non c’è competizione - ha voluto zittire le malelingue che la vedono in sfida con Matteo Salvini - solo un sano criterio meritocratico". E ancora, per essere più chiara: "Tutti i giorni sui giornali c’è scritto che io e Salvini ci odiamo, che ci tiriamo i cartoccetti. Noi, invece, ci mandiamo i messaggini per riderci su, perché sono ricostruzioni totalmente fantasiose. Secondo le regole che ci siamo dati nel centrodestra, chi prende più voti alle elezioni indica il premier".
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A prova di ciò la leader di Fratelli d'Italia ha voluto ricordare un episodio del lontano 2018: "In quell'anno più di chiunque altro chiesi a Mattarella di dare l’incarico a Salvini per formare un governo di centrodestra". Altrettanta stima la Meloni la nutre per Mario Draghi anche se da lì a proporlo per il Quirinale ce ne vuole: "Non sono in grado di dire se è in grado, non ho chiara la sua figura a 360 gradi. Sicuramente è una persona di estrema autorevolezza. Dalla sua parte c’è il fatto che, se lui va al Quirinale, ragionevolmente si andrebbe a votare e questo mi fa propendere per questa soluzione". Ma i nomi sul tavolo sono diversi, la stessa Meloni ha ammesso di avere delle idee in testa. E Berlusconi, ovviamente, non è escluso.