Ddl Zan, il retroscena di Franco Bechis: ecco chi nel Pd è pronto ad affondare Enrico Letta

giovedì 8 luglio 2021
Ddl Zan, il retroscena di Franco Bechis: ecco chi nel Pd è pronto ad affondare Enrico Letta
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C'è aria di malcontento nel Partito democratico, da giorni impelagato nel ddl Zan. A dire la sua senza preoccuparsi delle conseguenze ci ha pensato il senatore dem Mino Taricco che ha sì votato a favore della calendarizzazione in aula del disegno di legge contro l'omotransfobia, ma che non ha alcuna intenzione di votare a scatola chiusa. Lo ricorda Franco Bechis che sulle colonne del Tempo mette nero su bianco gli articoli già contestati da Italia Viva, costati a Ivan Scalfarotto insulti (sempre da parte del Pd) alla stregua di "froc*** di m***.

"Ok una legge per proteggere dall'odio e dalla violenza omofobica - esordisce il direttore del quotidiano romano -, ma quell'articolo uno che pretende di dettare legge su cosa sia l'identità di genere, come quell'articolo 4 che mette a rischio la libertà di espressione e quell'articolo 7 che istituisce il Miniculpop gender fluid imponendone l'insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado e facendo a pezzi la libertà di educazione che è pilastro di un paese libero, il senatore Pd Taricco non li voterà".

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E pare essere in buona compagnia. Molti gli incerti che si contano tra dem e grillini e che Enrico Letta fino all'ultimo non ha considerato. Ora che la data finale si avvicina - il 13 luglio la proposta va in Senato -, il segretario del Pd potrebbe giocarsi il tutto e per tutto. Tanto che Bechis ha già in mente un possibile scenario: "Il prode Enrico - prosegue - aveva pensato di fare ballare gli avversari politici al ritmo del Zan-Zan, ma la pista è tutta in salita e fossi in Letta ascolterei i consigli questa volta disinteressati (anzi) forniti da Matteo Renzi". Il rischio è grande: "Intestardendosi il pericolo è che perfino i suoi nel segreto dell'urna Zan-Zan lo facciano all'ingenuo segretario". Insomma, i voti non ci sono e Letta finisce per essere messo alla porta. Per di più portandosi dietro tutto il Pd. "Ognuno - è la conclusione di Bechis - la pensa come vuole, ma se si impediscono e bollano ovunque con marchi di infamia pensieri diversi dal tuo, si è un regime totalitario. Chiamateli poi come volete. Nazisti? Si, chi brandisce in quel modo il manganello della Zan si comporta come i nazisti".

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