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Ddl Zan, Ettore Rosato: "Per il dialogo meglio Salvini di Enrico Letta. Pd? Muri ideologici, rischio-Vietnam al Senato"

Brunella Bolloli
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«Il Pd non sta facendo politica, la fa di più la Lega e le leggi non si approvano con le dirette Facebook dei cantanti di riferimento, ma in Parlamento». Ettore Rosato, vicepresidente della Camera nonché presidente di Italia Viva, dosa le parole mail messaggio è chiaro: rifiutando la mediazione sul ddl Zan, Letta e compagni hanno sbagliato tutto.

Questo inedito asse tra renziani e leghisti - chiamiamolo "Lega Viva" - è una prova generale anche in vista dell'elezione per il Colle?
«Guardi, questa è un'epoca straordinaria per vari motivi e i partiti seri si mettono a lavorare per fare il bene dell'Italia. Si tratta di essere responsabili e di fare insieme le cose che servono. È accaduto quando abbiamo deciso di mandare a casa il governo Conte, che era inadeguato, e accade adesso battendoci per una legge sui diritti che va fatta con urgenza, ma anche prendendo atto che i numeri in Parlamento ci sono se c'è dialogo».

 

 

Cosa succederà in Senato il 13 luglio, quando si dovrà votare il ddl Zan a scrutinio segreto?
«Non saremo certo noi a chiedere il voto segreto perché le nostre posizioni sul ddl Zan le abbiamo sempre palesate in pubblico».

Ma...?
«Ma il rischio di un Vietnam su centinaia di emendamenti è alto. Conviene? E a chi conviene? Solo a chi vuole usare bandiere ideologiche anziché approvare una legge giusta. Poi, la capacità di Pd e M5S di contare i voti in Senato l'abbiamo già vista quando dicevano che potevano fare un governo anche senza i numeri di Italia Viva. Ricordiamo com' è andata: la loro capacità di conto è quella lì».

 

 

Ivan Scalfarotto, big renziano, gay, è stato insultato anche da esponenti del Pd per avere criticato il ddl Zan.
«Sì, e pensare che la nostra proposta di mediazione partiva proprio da un testo di Scalfarotto sottoscritto da Zan e da tutto il Partito democratico. All'inizio della legislatura andava bene, adesso no».

Come se lo spiega?
«Perché evidentemente a loro interessa la bandiera e non il contenuto».

Il Pd ce l'ha con Renzi?
«Il loro problema è sempre di alzare una barriera su qualunque cosa venga proposta da noi. Ce ne facciamo una ragione, con serenità, ma è evidente che il Pd non sta facendo politica. E mi faccia dire».

Dica.
«La sta facendo di più Salvini. Perché pur avendo osteggiato tempo fa questo testo, oggi ha capito che bisogna intervenire per tutelare chi è discriminato in base al proprio orientamento sessuale».

La Lega ricambia i complimenti. Il capogruppo alla Camera Molinari ha dichiarato "meglio Iv dei Cinquestelle".
«È quello che spiegavo all'inizio: tra partiti seri, anche profondamente diversi tra loro, si dialoga per trovare soluzioni comuni per il bene dell'Italia. Il nostro Paese deve rialzarsi, diventare moderno e competitivo, puntare su riforme, digitalizzazione e infrastrutture, aiutare le imprese. Chi paralizza tutto o mette steccati, non fa un buon servizio».

Come finirà la crisi tra Conte e Grillo?
«È tutta scena. Per il governo non cambia nulla. Certo, un danno l'hanno fatto ritardando il voto per le nomine Rai. Intanto segnalo che ripartono i lavori della Tav con l'affidamento delle gare sul tunnel: è la fine dell'era Toninelli del no alle opere pubbliche».

 

 

Il governo andrà avanti nonostante le tensioni della maggioranza sul ddl Zan?
«Non c'entra niente. Qualunque cosa accadrà in Senato il governo Draghi va avanti, ma io credo che proprio per senso di responsabilità il Pd avrebbe dovuto trovare una modalità di dialogo su questi temi».

Arriva in Cdm la riforma Cartabia e i vostri amici della Lega hanno lanciato il referendum. Firmerete i quesiti?
«I quesiti referendari sollevano punti condivisibili e lo strumento è utile, ma in questa stagione politica ritengo che la cosa più importante sia fare le riforme in Parlamento».

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