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Ddl Zan, Matteo Salvini tende la mano al Pd: "Incontriamoci domani". La replica: "Non sei credibile". E il testo affonda

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Scontro aperto sul disegno di legge Zan, dove a tendere la mano per primo è Matteo Salvini. Dal leader della Lega arriva infatti la proposta di un faccia a faccia per trovare una quadra sulla legge contro l'omotransfobia che accontenti tutti. "Accogliamo l'invito della Santa Sede - è il messaggio fatto recapitare dal leghista ai dem e ai Cinque Stelle - troviamoci entro domani e condividiamo insieme un testo che aumenti le pene per chi discrimina o aggredisce due ragazzi o due ragazze che si amano, la libertà di amare è sacra. Se da ddl Zan togliamo l'ideologia, il coinvolgimento dei bambini e l'attacco alla libertà di pensiero, intervenendo sugli articoli 1, 4 e 7, finalmente si smette di litigare e si approva una norma di protezione e civiltà". 

Ancora una volta però il Partito democratico fa muro e attraverso il vicepresidente dei senatori, Franco Mirabelli, fa sapere che quello di Salvini "non è un appello credibile e non cambia nulla. La Lega ha bloccato il ddl Zan. Andiamo in Aula il 13 luglio e vediamo, ognuno si prenderà le sue responsabilità". Peccato che il rischio più grosso sia proprio l'Aula. Se prima il Pd e il Movimento 5 Stelle potevano contare sulla sponda di Italia Viva, ora anche i renziani tentennano. Non a caso Matteo Renzi ha presentato alcuni emendamenti sugli stessi articoli contestati dalla Lega. Articoli che in assenza di modifica rischiano di minare la libertà di pensiero riconosciuta dalla Costituzione. 

Su questo è tornato a insistere Salvini rivolgendosi agli ostili dem: "Se il Pd rifiuterà ascolto e dialogo, invocati anche da tante associazioni e movimenti di gay, lesbiche e femministe, si assumerà la responsabilità di affossare questa legge. A me non interessa litigare, io lavoro per risolvere i problemi e proteggere gli italiani". Di diverso parere Alessandro Zan, relatore della proposta di legge, che ha nuovamente puntato il dito contro la destra, rea - a suo dire - di voler "affossare la legge contro i crimini d'odio. Dobbiamo reagire, insieme".

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