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Giuseppe Conte, "restare un subordinato?": l'asse con Travaglio per far saltare la mediazione con Grillo

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Decisivo un incontro a Marina di Bibbona tra Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Roberto Fico per tenere aperta la strada della mediazione con Giuseppe Conte. Il destino politico del Movimento 5 Stelle è appeso a un filo sottilissimo, che il suo garante può spezzare in qualsiasi momento con un altro dei colpi di testa che lo contraddistinguono ultimamente. Lo scontro con l’ex premier è stato duro e feroce, ma adesso i grillini stanno cercando di ricomporre la frattura per non essere costretti a farsi il funerale. 

 

 

Dopo l’incontro, Grillo ha poi annunciato la sospensione della votazione per il nuovo Comitato direttivo e la creazione di un gruppo di sette “saggi” che dovranno trovare una soluzione, studiando possibili modifiche al progetto presentato da Conte e osteggiato dal garante. Quest’ultimo è chiaro che non vuole perdere tutto il potere sulla sua creatura politica, mentre l’ex premier non è invece disposto a condividere la leadership, o peggio ancora a fare da prestanome. 

 

 

Stando a quanto riportato da Dagospia, Conte ha ormai davanti a sé soltanto due strane: “Potrebbe essere tentato dal deporre l’ascia di guerra, rientrare sotto il cappellone di Grillo e lasciare a lui il boccino per le prossime partite decisive, a partire da quella per il prossimo presidente della Repubblica. L’avvocato di Padre Pio dovrà decidere se dare ascolto ai consigli (non così peregrini) del suo guru Travaglio: non è meglio fare il capo di un partito dell’8-10% che restare un subordinato in uno del 15-17%?”. 

 

 

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