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Walter Veltroni, il retroscena di Dago: si autocandida al Quirinale, no categorico di Enrico Letta

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A poco più di un mese dall'inizio del semestre bianco, (ri)spunta Walter Veltroni. Appena si sono aperte le trattative sull'elezione del nuovo presidente della Repubblica Veltroni è sceso di nuovo in pista, non per suggerire un nome, ma per auto-candidarsi al Quirinale. Riporta Dagospia in un retroscena che il dem ne ha parlato con Goffredo Bettini ma è immediatamente stato bocciato dal segretario del Partito democratico Enrico Letta. 

Il nome di Walter Veltroni era già circolato in altre occasioni, ricorda Dagospia, prima del bis di Giorgio Napolitano e dell'elezione di Sergio Mattarella: "gran riserva della Repubblica, misto uve Chardonnay. Ma al sapore di tappo e perciò sempre accantonato prima del brindisi", scrive Dago, "anche stavolta Veltroni, rinfocolate le ambizioni, ha provato a infilarsi nel lotto dei 'quirinabili'". Del resto il Colle è una gran bella tentazione. E pare che Walter lo abbia fatto "con discrezione, in modo apparentemente disinteressato". Ha quindi preso il telefono e ha chiamato Bettini, "con aria distaccata, ha chiesto: 'Caro Goffredo, in molti mi dicono che potrei essere un buon candidato al Quirinale. Tu che ne pensi?'"

E Bettini, che Dago chiama ironicamente "l'ex Rasputin di Zingaretti" ha quindi incassato la auto-candidatura di Walter Veltroni e l'ha presto "sottoposta al giudizio di Enrico Letta". Ma il segretario del Partito democratico, si dice ancora, "ha rimesso l'ego di Walter nel fiasco: 'No, assolutamente'", avrebbe risposto. "Un brutto colpo, certo. Ma se l'Italia non apprezza, perché negarsi un salto in Africa?'", si chiede Dagospia.  Quell'Africa che Veltroni ama tanto dove si rifugia ogni volta che viene silurato.

 

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