Cerca
Logo
Cerca
+

Giuseppe Conte si fa il suo partito? Non solo Bersani e Pietro Grasso: ecco chi potrebbe seguirlo

  • a
  • a
  • a

Il danno è fatto: Giuseppe Conte e Beppe Grillo non possono più tornare indietro. All'ex premier, passato da leader in pectore del Movimento 5 Stelle a "trombato", ormai non resta che guardare avanti. Magari, come lui stesso ammesso in risposta al videomessaggio del garante, pensare a una nuova creatura. D'altronde le parole sono state chiarissime: "Non lascerò il mio progetto nel cassetto". E così di fronte alla strada del fu avvocato del popolo si presenta un bivio: prendersi il Movimento facendo fuori Grillo appellandosi a un articolo dello Statuto che prevede la sfiducia del garante, o fondare un nuovo partito. I numeri, stando alle voci riportate dal Giornale, sarebbero per questa seconda ipotesi, che vede tra i favorevoli anche Roberto Fico. "Sarà dei nostri", è l'indiscrezione che trapela in queste ore di trattative.

 

 

Ma Fico è in buona compagnia. L'altro mediatore, Luigi Di Maio, preferisce rimanere un passo indietro mandando però in avanscoperta il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri: "Non voglio polemizzare con Grillo, ma il tema è che se non siamo pronti a cambiare idea vuol dire che non siamo pronti a cambiare niente. E io purtroppo in un Movimento che non vuole cambiare niente non ci voglio stare". Parole, dunque, che preludono a una fuga verso Conte. Scenario confermato dalle parole del capogruppo Ettore Licheri: "Fermare questo processo è un torto fatto ai cittadini".

 

 

A pensarla come lui Federico d'Incà e Stefano Patuanelli, i due nomi in lizza per entrare nel partito personale dell'ex presidente del Consiglio. Ma Conte dimostra di non pescare solo in casa grillina e riesuma i responsabili, che avrebbero dovuto salvarlo dalla defenestrazione da Palazzo Chigi. Operazione poi finita malissimo per l'avvocato. Si fa il nome di Bruno Tabacci, di Lorenzo Fioramonti, di Riccardo Merlo. Avviati i contatti anche Pietro Grasso e Pier Luigi Bersani. Insomma, la guerra è appena iniziata.

 

Dai blog