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Primarie Pd, Giovanni Caudo attacca: "Non si vince mettendo il santino elettorale in mano agli stranieri"
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Anche se le primarie del Pd a Roma hanno incoronato vincitore l'ex ministro dell'Economia Roberto Gualtieri col 60% delle preferenze, le polemiche sullo svolgimento delle elezioni non sono mancate. Sono sorti diversi dubbi, infatti, sull’affluenza e sui risultati nei municipi. E non solo. Adesso a destare qualche sospetto è anche la partecipazione al voto di alcuni stranieri. Per quel che riguarda le cifre sulla partecipazione al voto, i primi a fare segnalazioni e critiche sono stati Giovanni Caudo, secondo classificato col 15,7% dei voti, e Ignazio Marino, ex sindaco di Roma. Anche se alla fine restano solo denunce, perché Caudo ha già fatto sapere che non presenterà ricorso ai garanti.
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A insospettire Caudo e Marino è stata innanzitutto la partecipazione, cresciuta di quasi il 25% tra le 19 e le 21. Quanto bastava per evitare il flop e superare i voti raccolti nel 2016, come ha fatto notare Repubblica. "I numeri non sono chiari. Secondo alcuni riscontri siamo sotto i 37mila, c’è chi dice 45mila e parla di successo. Ma siamo ben lontani dai 110 mila romani che votarono alle primarie nel 2013", ha attaccato Marino.
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L'altro caso è quello del voto dei residenti bengalesi a Centocelle. Questa volta è Caudo ad attaccare: "Non si vince mettendo in fila gli stranieri con il santino elettorale in mano. Sono lì, non parlano italiano, non sanno per chi stanno votando e poi c’è qualcuno che gli dà il fogliettino e compilano 50 schede". Ma dalla comunità hanno subito replicato: "Qualcuno ci ha avvicinato? Può essere anche successo. Ma eravamo lì per votare il nostro candidato al municipio". Le loro preferenze alla fine sono andate a Francesco Tieri, ingegnere convertito all’Islam.
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