Primarie Pd, il candidato sindaco di Bologna Lepore e il coronavirus. "Fenomeno mediatico, peggio l'influenza"
Ha vinto le primarie del centrosinistra, e ora l'assessore del Pd Matteo Lepore è candidato sindaco a Bologna. La speranza, tra gli elettori che non l'hanno votato e che non lo voteranno alle amministrative, è che nel caso diventasse primo cittadino non ripeta gli errori di valutazione del passato, a partire dal disastroso giudizio dato sul Covid un anno e mezzo fa.
Affaritaliani.it si è divertito a ripercorrere alcune delle sue più celebri massime. Impossibile non partire da quella regalata il 25 febbraio 2020, proprio a inizio pandemia. In Italia già si stava parlando di zone rosse, da Codogno e Vo' Euganeo l'allarme si stava diffondendo, la sensazione era quella di una marea montante visto quanto accadeva ancora in quei giorni a Wuhan e in Cina. Ma il buon Lepore assicurava: "Come abbiamo visto il Coronavirus è un fenomeno mediatico più che reale. L'influenza di questo inverno è molto più invasiva di questo virus che in questo momento sta creando molti problemi, molte preoccupazioni ma è più una questione di percezione". A questo punto, viene il dubbio, al Pd non conveniva candidare Andrea Scanzi. Perlomeno sui social ha più seguito di Lepore.
Altra perla, più stagionata. Nel 2011 la giunta e il sindaco di Bologna scelgono come capo di gabinetto Marco Lombardelli, che vanta come titolo di studio solo la terza media. A fronte delle polemiche e delle critiche, Lepore difende l'apparato sottolineando come il compagno Lombardelli sia in realtà in possesso di un diploma da ottico, ottenuto però con un corso e non con una scuola superiore. "Lepore - ironizza Affaritaliani - fu così efficace che solo due ore dopo aver parlato Lombardelli si dimise" e per quella vicenda la Corte dei conti ha condannato la giunta (compreso il neo candidato sindaco) a 30.000 euro di danni erariali.