Mario Draghi, "pronto a commissariare le Regioni": il nodo sui soldi del Recovery Fund
"Il governo di Mario Draghi è pronto a commissariare le Regioni che non si attiveranno per spendere le risorse finanziarie disponibili, 500 milioni di euro quest'anno, 4,5 miliardi nei progetti contenuti nel Pnrr, per ridisegnare le politiche attive sul lavoro, allestire i centri per l'impiego dove non ci sono, assumere le figure chiave e necessarie per la formazione di chi è escluso dal mercato del lavoro e percepisce un reddito di cittadinanza, o per l'inserimento nel mercato di chi ne è rimasto escluso". Lo scrive il Corriere della Sera. Il premier lo ha ribadito anche durante il G7 in Cornovaglia, e lo ha ripetuto "Senza reali politiche attive del lavoro, senza un sistema realmente efficiente, si lasceranno indietro migliaia di persone, magari l'economia si riprenderà, ma creando ulteriori diseguaglianze, differenze di reddito, forbici più ampie fra classi sociali, ricchi più ricchi e poveri più poveri", questo in sintesi il succo del pensiero di Draghi.
Secondo fonti di governo un piano di massima per intervenire sulla materia è stato già abbozzato, ci stanno lavorando in modo coordinato il ministero del Lavoro, quello dell'Economia e gli uffici di Palazzo Chigi. Il progetto prevede, come ultima ratio, il commissariamento delle Regioni, "espropriando le competenze dei Governatori inerti che non spendono il denaro a disposizione". In Germania 100 mila persone si occupano di trovare un lavoro a chi non ne ha uno, in Italia sono appena 9 mila. Il governo conta di assumere almeno altri 12 mila soggetti.
Sulla fine delle tutele sui licenziamenti il capo del governo teme un contraccolpo sociale consistente. Andranno in soffitta i navigator, quelle figure (circa tremila persone) individuate dai Cinque stelle, oggetto di mille critiche e polemiche. Nel nuovo piano saranno riassorbiti nei centri per l'impiego, ma dovranno passare attraverso un concorso. Resterà in piedi il reddito di cittadinanza, con altri ammortizzatori sociali.
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