Il nuovo M5s di Giuseppe Conte è la dimostrazione di come "ci sia in atto un tentativo per fare finalmente del Movimento una forza responsabile, organizzata e ragionevole. Uniti possiamo raggiungere l'obiettivo". Suona più come una pugnalata al suo partito che come un complimento quanto affermato da Luigi Di Maio in una intervista a La Stampa. E' come dire che finora i pentastellati a cui appartiene non sono stati né responsabili né ragionevoli. E che quanto si predica ora è l'esatto contrario del grillismo: "Beppe rappresenta la creatività. Le sue idee sono sempre avanti 20 anni. Lui è la mente e lascia volentieri l'organizzazione agli altri".
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Eppure Grillo non vuole togliere il limite dei due mandati. "E' una questione di cui si sta occupando Conte e io sono l'ultima persona che ne può parlare. Faccio il ministro degli Esteri e servo il Paese dando il meglio di cui sono capace. Quando il popolo mi dirà di farmi da parte smetterò di servirlo", prosegue D Maio. E se il popolo lo facesse davvero, pazienza. Il benservito "prima o poi capita a chiunque. Neanche le dittature restano vita natural durante".
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Per quanto riguarda la leadership di Conte, Di Maio parla di "un processo di avvicinamento. E Conte gode di un largo consenso sia interno che esterno. Una legittimazione che è già nei fatti presto diventerà anche formale". E guai a dire che sia Di Maio il vero leader: "Questa è una vecchia storia. Io sono stato messo in contrapposizione con tutti. Da Di Battista a Casaleggio padre, da Grillo a Casaleggio figlio. Adesso è la volta di Conte. La verità è che il Movimento è la mia casa e io al Movimento sarò sempre leale. Il consenso di cui godo non sarà mai contro, ma soltanto per".
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Ora "dico seriamente che siamo l'unica forza politica che ha fatto parte degli ultimi tre governi, contribuendo in modo significativo a ottenere i risultati che cominciamo a vedere", dice ancora Di Maio. "Penso alla gestione della pandemia, alle proiezioni di crescita economica al 4% o ai dati record sull'export. Penso anche alla capacità di mettere al centro dell'agenda Draghi il tema della transizione ecologica di cui in questi giorni si è discusso al G7 e di cui si discuterà ancora al G20 di Napoli". Ora sono "responsabili" e "ragionevoli".