Mario Draghi, il retroscena: uomini chiave ai vertici delle partecipate. E rivoluzione in Rai
Mario Draghi punta a chiudere la partita sul rinnovo dei vertici delle aziende di Stato. A Palazzo Chigi è previsto un mini vertice con il ministro dell'Economia Daniele Franco, il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera e il consigliere economico Francesco Giavazzi. Draghi vuole tenere fuori i partiti dalla scelta dei vertici di Cassa depositi e prestiti e Ferrovie dello Stato. Fs avrà un tesoretto di 28 miliardi di euro mentre Cdp coordinerà il progetto Patrimonio Destinato, lo strumento per sostenere il rafforzamento patrimoniale delle grandi imprese italiane.
Sul rinnovo dei vertici Rai, Draghi darà maggiore spazio alle forze politiche. Al lavoro ci sono alcune società di cacciatori di teste (Key2people per Cdp e Fs; Egon Zehnder per la Rai), cui è stato chiesto di mettere a punto una lista con le terne per le poltrone di ad e presidente. Fonti di Palazzo Chigi riferiscono al Giornale che il puzzle è chiuso. Situazione delicata in Cassa depositi e prestiti: giovedì è in programma l'assemblea dei soci. Draghi vorrebbe ai vertici Dario Scannapieco, anche se "la scelta di Scannapieco non poi così scontata". Per la presidenza, invece, come da tradizione la nomina spetta agli azionisti di minoranza, ovvero le casse di risparmio e le fondazioni bancarie.
Per la casella di amministratore delegato di Ferrovie dello Stato il favorito è Fabrizio Favara che andrà a sostituire Gianfranco Battisti. In alternativa c'è Luigi Ferraris, ex ad di Terna. C'è chi vorrebbe inserire nella trattativa anche il nome di Paolo Scaroni, ex Eni, per la presidenza. In Rai come ad Draghi ha in mente Raffaele Agrusti. Per la poltrona di presidente non c'è ancora intesa. Cdp, Fs e Rai dovranno segnare il "nuovo corso draghiano", riferisce il quotidiano il Giornale.
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