Mario Draghi, il retroscena sulla corsa al Quirinale: "Ha inviato il suo consigliere a sondare Giorgia Meloni"
Mancano ancora lunghi mesi al giorno in cui verrà eletto il successore di Sergio Mattarella al Quirinale, ma come è ben evidente a chiunque segua anche marginalmente la questione, la partita è già apertissima. In breve, gli scenari più concreti ad ora sono due. Il primo, quello caldeggiato dal Pd: convincere Sergio Mattarella a un breve bis, magari un paio d'anni, giusto il tempo per tenere a Palazzo Chigi il premier Mario Draghi per fare - e ottenere - quel che serve (Mattarella ha più volte smentito il bis, eppure le smentite potrebbero a loro volta essere smentite dai fatti). Il secondo, quello caldeggiato in primis da Lega e Matteo Salvini: eleggere proprio Draghi al Quirinale e dunque aprire il campo per celebrare le elezioni.
E in tutto ciò, Mario Draghi che fa? A cosa ambisce? Delle indicazioni interessanti arrivano da Augusto Minzolini, in un retroscena su Il Giornale, in cui dà la parola a quello che definisce "uno dei competitor" nella corsa al Colle. Fonte che protegge con l'anonimato e che, trattasi di pura ipotesi, potrebbe essere Dario Franceschini o Pier Ferdinando Casini, due che comunque vengono inseriti nella rosa dei nomi del toto-Quirinale. "L'unica cosa certa è che Draghi vuole andare al Colle", taglia corto la fonte.
E per dimostrare quanto questa volontà sia concreta, il medesimo competitor anonimo snocciola un aneddoto che, in effetti e in attesa di eventuali smentite, la dice lunga. Anzi, lunghissima. "Questo è sicuro - riprende la fonte -. Ha addirittura inviato il suo consigliere, il professor Giavazzi, a sondare Giorgia Meloni - sgancia la bomba -. La corsa si aprirà agli altri concorrenti solo se Draghi non riuscirà e tramonterà l'ipotesi del Mattarella-bis che piace tanto al Pd. Solo che se va Mattarella per un paio d'anni, il centrodestra, dopo aver vinto le elezioni, non farà più Draghi, ma uno suo. Non sono mica dei pazzi", conclude la fonte.