Mario Draghi, il retroscena: "Fa da solo, li liquida a monosillabi". Ministri umiliati in Cdm
Quando si tratta di prendere decisioni in Consiglio dei ministri Mario Draghi non lascerebbe molto spazio ai suoi e preferirebbe invece fare tutto da solo. Questo è quanto rivela una fonte al Fatto Quotidiano: “In una maggioranza così larga come questa i Consigli dei ministri non possono essere vertici in cui si discute davvero, come faresti?”. Pare, però, che qualcuno gli abbia chiesto più condivisione. Ma la risposta da Palazzo Chigi sarebbe stata: “Il governo si preoccupa di governare, le mediazioni le fanno i partiti, in Parlamento”.
Come riporta il Fatto, inoltre, i partiti sarebbero già esausti sul fronte dei testi di legge, che arrivano in via definitiva solo a ridosso dei Cdm. Un esempio è dato dal decreto Sostegni bis, approdato nel pre-consiglio di mercoledì scorso ancora in bozza. “Il testo finale l’abbiamo avuto solamente a meno di un’ora dal Consiglio”, ha raccontato un ministro al quotidiano di Travaglio. Il tema sarebbe stato sollevato più volte dal dem Dario Franceschini ma anche dal leghista Giancarlo Giorgetti e da forzisti e grillini. Stando alle fonti, però, il premier sarebbe rimasto sempre imperturbabile.
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Pare, infatti, che durante i Consigli il presidente non dica quasi nulla, solo qualche “grazie” e qualche frase di circostanza. “Certo, sul dl Sostegni c’è stata una cabina di regia politica”, ha riconosciuto una fonte di governo. Ma sembra che non si riesca a chiedere più di così.