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Copasir, Matteo Salvini "fregato in punta di legge". Meloni, Fico e Casellati, un retroscena pesantissimo sugli 007

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Una partita politica, quella sul Copasir, in cui mezzo parlamento potrebbe decidere di "far fuori" Matteo Salvini in rigorosa punta di regolamento. È il Fatto quotidiano, con una punta di soddisfazione, a prospettare la beffa, dopo lo scossone delle dimissioni dei due rappresentanti leghisti nella commissione interparlamentare di controllo sui servizi segreti che sembrava aprire, pur tra mille polemiche, all'elezione di un rappresentante di Fratelli d'Italia alla presidenza. Il candidato dei meloniani sarebbe Adolfo Urso, ma Salvini ha chiarito: "Non si siederà mai un amico dell'Iran su quella poltrona". Attacco frontale, piattissimo e soprattutto personale all'ex colonnello di Alleanza Nazionale, oggi in FdI. Parole che non hanno di certo rasserenato il rapporto con l'alleata di centrodestra Meloni, gelata anche da una battuta sprezzante sugli ultimi sondaggi: "Il sorpasso di FdI alla Lega? Quando sbacheranno gli alieni, ne parleremo".

 

 

 



Secondo il Fatto, un senatore di lunga data del centrodestra è sicuro: "Su una poltrona istituzionale così importante come la presidenza del Copasir si stanno giocando le primarie per la leadership nel centrodestra", e i toni aspri potrebbero confermarlo. Quello che forse Salvini non si aspetta è che la minaccia leghista di non partecipare più ai lavori della Commissione nel caso non si dimettessero anche tutti altri membri del Copasir potrebbe cadere nel vuoto e anzi "rivoltarsi" contro l'ex ministro degli Interni. Secondo i più maliziosi strateghi parlamentari, Salvini non punterebbe allo scioglimento del Comitato (e all'ingresso di 5 rappresentanti di FdI, come prevede la legge), bensì a "paralizzare il Copasir visto che nessuno degli 8 componenti rimasti ha intenzione di dimettersi", suggerisce il quotidiano diretto da Marco Travaglio, che parla di "pistola scarica": "Come spiegano fonti qualificate del Copasir -  si legge -, si potrebbe arrivare all'elezione del presidente anche senza la Lega. E questa sembra essere l'intenzione anche dei presidenti di Camera e Senato (il grillino Roberto Fico e la forzista Elisabetta Casellati, ndr) che ora, alla luce del fatto che senza il presidente l'organismo non può lavorare, sono intenzionati a risolvere il rebus velocemente".

 

 

 



Risultato: se Salvini e Meloni non troveranno un accordo e la Lega non indicherà i nomi dei sostituti di Volpi e Arrigoni, i due presidenti "agiranno motu proprio: o nominando un deputato e un senatore leghista per poi procedere all'elezione del presidente oppure chiedendo a Volpi di allestire il seggio elettorale". "In ogni caso - conclude il Fatto - i restanti 8 componenti del Copasir voteranno il sostituto di Volpi. E Salvini resterà con un pugno di mosche in mano". 

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