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Roberto D'Alimonte su Giorgia Meloni: "FdI al Sud al 24%. Lei premier? C'è da convincere l'Europa"

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Roberto D’Alimonte, politologo dell’università Luiss, fondatore del Cise, il centro italiano studi elettorali, si dice per niente stupito dell’avanzata di Fratelli d’Italia, "già a marzo un sondaggio che ho fatto la dava oltre il 19%. Al Sud Giorgia Meloni era già al 24%, primo partito, aveva scalzato anche i 5stelle", rivela in una intervista a Italia Oggi.  D'Alimonte aggiunge poi sull'exploit di Fratelli d'Italia: "La Meloni da quando ha sfondato il 10% è diventata un competitore agguerrito di Matteo Salvini, ora sono entrambi lì, intorno al 20%, e bisogna vedere cosa succede con il governo Draghi e la ripresa economica per capire chi capitalizza di più, uno al governo, Salvini, l’altra all’opposizione, la Meloni".

 

 

Per D'Alimonte però l'ostacolo più grande per la Meloni non è interno: "Se il centrodestra dovesse vincere, alla Meloni non basterà avere un punto in più di Salvini per diventare premier. A pesare sulla Meloni è il suo rapporto con la Ue. In Italia non sono gli elettori a scegliere il premier, non c’è l’elezione diretta. La nomina spetta al presidente della Repubblica. E che sia ancora Sergio Mattarella o Mario Draghi o Marta Cartabia non cambia: le credenziali europee sono fondamentali", chiarisce il professore evidenziando una specie di conventio ad excludendum sulla testa della leader dell'opposizione.

 

 

D'Alimonte guarda anche all'altro fronte, agli altri competitor della scena politica italiana: "Da solo il Pd non va da nessuna parte, a livello nazionale ha bisogno dei 5stelle per giocarsela. A livello locale invece l’alleanza con il Movimento pentastellato non è strettamente indispensabile, i sistemi elettorali sono diversi, grazie al doppio turno può farcela in diversi comuni senza doversi caricare i 5stelle", svela sempre il professore in vista anche delle prossimo amministrative che vedono in gioco citta come Milano, Roma e Torino.

 

 

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