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Beppe Grillo, il sondaggio di Analisi Politica: la metà degli elettori M5s lo vuole definitivamente fuori

Beppe Grillo  

Arnaldo Ferrari Nasi
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Se Atene piange, Sparta non ride. Le due grandi città antiche, sempre in conflitto fra loro, sulle quali sempre incombette la minaccia dei Persiani, dell'impero fondato da Ciro, Ciro il Grande. Con un po' di ironia si può trovare un parallelo con le due grandi forze dell'alleanza di centrosinistra: il Movimento 5 Stelle ed il Pd. Sempre in conflitto fra di loro, oggi anche esse devono affrontare la minaccia di Ciro; Ciro piccolo, il figlio di Beppe Grillo.

 

 

Le prese di posizione del fondatore dei 5 Stelle riguardo alla vicenda della presunta violenza in cui è coinvolto Ciro Grillo, se creano imbarazzo nella dirigenza dei due partiti, che tendono a non parlare della cosa, sembrano essere invece dirompenti a livello degli elettorati. Non solo i partiti sono spaccati a metà, ma quel che ne emerge, pare essere una questione valoriale, perché chi ha un'opinone e chi ne ha un'altra e sempre molto ben identificabile sul piano sociodemografico. Target ben definiti, direbbe chi fa marketing.

La metà degli elettori 5 Stelle, il 50%, pensa che, proprio in conseguenza a quanto stia accadendo, il movimento debba definitivamente prendere le distanze dal fondatore. Sono i giovani, istruiti, del Sud; bacino importantissimo, per i voti a pentastellati. Tra i primi ad aver dato fiducia al partito; si ricordino gli ottimi risultati elettorali in Sicilia nel 2012.

 

 

Ma forse è il Pd ad essere in una posizione ancor meno felice. Il partito è diviso sul proseguire nell'alleanza coi 5 Stelle, soprattutto per via della vicenda Grillo. In questo caso, chi è contrario è uno storico ed autorevole segmento del partito: donne, istruite, in età lavorativa, di sinistra, più che centrosinistra. Invero, proprio di recente, questo partito progressista, ha dovuto affrontare accuse per aver discriminato, nelle posizioni apicali, proprio la componente femminile.

Non che non vi siano problemi anche nel centrodestra, tanto è vero che dei due partiti principali, uno è al governo e l'altro è all'opposizione; ma l'idea è che questa sia una fase transitoria e che le divergenze siano "gestionali", più che valoriali. La vicenda Grillo, invece, verte su principi non negoziabili: difficilmente potrà essere superata, sicuramente non da molte elettrici. 

 

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