Pd, fanghi di scarto delle concerie: Toscana, l'inchiesta-bomba che può travolgere il partito di Enrico Letta
Il Pd toscano rischia di saltare per l'inchiesta sui fanghi di scarto delle concerie della regione guidata dal dem Eugenio Giani. A un mese dallo scandalo tutti i dem toccati dallo scandalo restano al loro posto. Come se la cosa non li riguardasse. Non si è mossa di un millimetro dalla sua poltrona la sindaca di Santa Croce sull'Arno (provincia di Pisa) Giulia Deidda (Pd), "grande regista di tutta la faccenda", riporta il Giornale. Indagata con l'accusa di associazione a delinquere per presunti reati di traffico di rifiuti e inquinamento relativi allo smaltimento di scarti tossici interrati illegalmente in varie zone della Toscana, a dimettersi non ci pensa nemmeno. E il governatore Giani fa finta di nulla, parla di un'industria sana aggredita dalla 'ndrangheta, senza dire che "il mandante" è l'industria toscana.
C'è poi il suo capo di gabinetto Ledo Gori, indagato con l'accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, accusato di aver favorito i conciari in cambio di pressioni su Giani per riconfermarlo. Giani sostiene che la riconferma è stata una sua libera scelta. E allora perché lo ha prima sospeso e poi licenziato con decreto del 30 aprile "valutato il danno all'immagine derivante all'amministrazione regionale in ragione della gravità dei fatti contestati"?
Insomma, una brutta storia questa che rischia di cancellare i vertici del Partito democratico proprio nella sua roccaforte e di mettere in imbarazzo il pisano segretario del Pd Enirco Letta. Il quotidiano Domani, che non è certo un giornale di destra, continua a tirare fuori carte e intercettazioni che dimostrano come i politici erano a conoscenza dei pericolosi veleni fin dal luglio 2018. Lo scandalo travolge in pieno il partito proprio nella sua terra d'origine ma al momento il Pd fa finta di nulla.