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Magistratura, il sondaggio di Nando Pagnoncelli: in Italia sfiducia-record per i giudici

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La vicenda sui verbali riguardanti l'avvocato Piero Amara che coinvolge alcuni magistrati della procura di Milano ed esponenti del Csm in conflitto tra loro sulla scelta di procedere o meno in un filone d'indagine su una presunta loggia massonica nella quale sarebbero coinvolti magistrati e uomini delle istituzioni è l'ultimo capitolo di una vicenda che vede gli italiani sempre più sfiduciati dell'operato della magistratura. Quest'ultima vicenda, quella della Loggia Ungheria rivela Nando Pagnoncelli, e stata seguita con attenzione da meno di un italiano su dieci, a cui si aggiunge il 27% che ha letto o ascoltato qualche notizia e il 22% che dichiara di averne sentito vagamente parlare, mentre il 42% ignora completamente la questione.

 

 

 

 

Anche il caso di Luca Palamara, l'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati ed ex membro del Csm, è stata seguito con attenzione solo dal 14% degli italiani mentre il 32% la ignora e il 54% ne ha solo sentito parlare. Secondo il 45% degli italiani i due casi mettono in luce l'esistenza di comportamenti molto gravi (illeciti o corruzione) tra i magistrati, mentre il 20% è del parere che evidenzino l'elevata conflittualità esistente tra i vertici della magistratura e il 35% non ha un'opinione in proposito. 

 

 

 

Quanto alla fiducia nella magistratura, oggi quasi un italiano su due (49%) dichiara di non averne, contro il 39% che si esprime positivamente e il 12% che sospende il giudizio. Decisamente meno fiduciosi sono gli elettori del centrodestra: la sfiducia viene espressa dal 71% degli elettori di FdI, dal 64% dei leghisti e dal 53% degli elettori di FI. L'aspetto che più colpisce, rivela sempre Pagnoncelli sul Corriere della Sera, è il vero e proprio crollo di credito registrato in 11 anni, passando dal 68% di fiducia nel maggio 2010 al 39% di oggi. La maggioranza attribuisce il calo di fiducia ai tempi lunghi della giustizia (24%), alla presenza di magistrati politicizzati (18%) o corrotti (17%), oppure a sentenze discutibili (16%), mentre solo il 10% ritiene che ci sia una campagna denigratoria nei confronti dei magistrati.

 

 

 

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