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Mario Draghi e Giuseppe Conte, retroscena sulla "telefonata di fuoco" dietro agli 007: "Insostenibile", "Non dovevi"

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Mario Draghi lo aveva promesso, e così è stato: il cambio di passo si è ufficializzato. Dopo la sostituzione di Domenico Arcuri e del vertice del Comitato tecnico scientifico, ecco che il premier ha messo mano ai servizi segreti. Archiviato al Dis Gennaro Vecchione, spazio a Elisabetta Belloni. È lei il nuovo capo degli 007. Una decisione non esente da malumori, quella dell'ex numero uno della Bce. Fonti del Movimento 5 Stelle - svela il Giornale - raccontano di un Giuseppe Conte "furioso" per aver subito la sostituzione del "suo" uomo. E la telefonata che avrebbe ricevuto dal presidente del Consiglio non mostra toni diversi.

 


"Questa proprio non me la dovevi fare. È davvero un colpo basso", avrebbe tuonato l'ex premier mentre Draghi garbato avrebbe risposto: "Non potevo più aspettare. Mi dispiace, la situazione è diventata insostenibile, sono sommerso dalle proteste. Troppe storie, troppe voci. Ho deciso di cambiare". Le contrarietà nel vedere il leader in pectore del Movimento impossibilitato nel controllare i servizi segreti scuote anche i Cinque Stelle. "Fuori dalla grazia di Dio", racconta un ministro grillino.

 

 

Eppure la scelta del presidente del Consiglio non è stata fatta nell'ombra. Draghi aveva consultato tra i tanti anche Luigi Di Maio, che ha lavorato per ben due anni con la Belloni alla Farnesina. "Ottima scelta - aveva commentato il ministro degli Esteri - però adesso prima di ufficializzare la notizia forse bisogna avvisare Giuseppe". "Giusto", aveva concordato il premier. Ed ecco la famosa telefonata. All'inizio Draghi -rl raccontano - si era trovato un Conte raggiante: "Mario, che piacere sentirti, non sai quanto sia felice per questa telefonata". L'emozione ha in poco tempo lasciato spazio alla rabbia. "No, non puoi farlo, ripensaci" gli avrebbe detto. Ma Draghi non ci ha ripensato. "Nulla di personale, io questo Vecchione non lo conosco nemmeno. Ma la scelta è presa". E a questo punto - prosegue il quotidiano - la conversazione pare sia degenerata. Conte ha alzato sempre di più la voce mentre Draghi ha mantenuto il suo aplomb. "Una discussione lunga e tesa", riferiscono fonti del M5s, durante la quale Giuseppe ha espresso il suo disappunto" mentre, è il racconto dei grillini, avrebbe rivendicato: "Io lo ho appoggiato insieme al movimento, gli ho aperto la strada".

 

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