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Se la sfiducia grillina all'alleato Durigon può essere un boomerang

 Claudio Durigon

Dopo lo scoop di Fanpage sul presunto investigatore dei 59 milioni dei rimborsi della Lega "messo lì dal Carroccio", il M5s chiede la testa del sottosegretario leghista. Che è suo alleato di governo...

Francesco Specchia
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Claudio Durigon, massiccio sottosegretario di Stato all’economia in quota Lega ha perso 26 chili in due mesi perché “la responsabilità fa dimagrire”, afferma lui. Finita questa turbolenta faccenda della mozione di sfiducia personale nei suoi confronti da parte del Movimento 5 Stelle, probabilmente il Durigon sarà un figurino.

Oggi Elisa Tripodi e Cosimo Adelizzi, vicepresidenti del Comitato direttivo del M5S a Montecitorio e primi firmatari della mozione di cui sopra, ancorché sostenuti dall’esiliato extraparlamentare Ale Dibattista e dal segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, propongono che Durigon lasci la poltrona. Otto giorni fa, uno scoop di Fanpage aveva reso nota una quantomeno incauta affermazione del sottosegretario in riferimento all’inchiesta sui favolosi 49 milioni di fondi pubblici della Lega. Il massiccio Durigon era stato intercettato mentre sussurrava ad un amico: “Quello che indaga della Guardia di Finanza.... il generale... lo abbiamo messo noi”. Certo, a sentirsi, suona cacofonico. Il M5S aveva chiesto immediate spiegazioni: “Le esternazioni del sottosegretario riguardo a un millantato 'controllo' delle indagini e dei processi portati avanti dalla Guardia di Finanza rispetto al suo partito gettano una oscura e pesante ombra sull’imparzialità e sull’incorruttibilità di tale Corpo dello Stato”. Di tutta risposta sia Durigon che Salvini avevano invece derubricato il tutto ad una perdita di tempo; in quanto -a parte l’inopportuna uscita del massiccio- non si palesavano né reati sulla battuta, né particolari violazioni etiche. Alcuni compagni di coalizione hanno suggerito che Durigon facesse lo sborone, in un acrobatico esercizio di millantato titolo. Ma tant’è. Non soddisfatti della non-risposta, i 5 Stelle -Di Maio in testa- ora invocano Draghi e richiedono di "avviare immediatamente le procedure di revoca, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, della nomina a sottosegretario di Stato del deputato Claudio Durigon”. E stavolta tocca al ministro dello Sviluppo Giorgetti -che, di solito, non si sbilancia mai- a ribadire la linea della “perdita di tempo” in rapporto all’immenso lavoro sul Recovery in cui è impegnato di questi tempi il suo dicastero, comprensivo del massiccio Durigon. Ora, in condizioni normali, la mozione di sfiducia rientrerebbe nella logica della lotta parlamentare. Ne faccio fuori uno tuo per metterci uno mio.

Ma il problema sta nel fatto che -al netto di Fratoianni e Dibba che si schierano contro per mestiere-  i 5 Stelle stanno al governo con la Lega, non all’opposizione. E la rimozione di Durigon, sulla base di una semplice intercettazione di quel tono, costituirebbe un pericoloso precedente per un governo che richiede la massima solidità e l’azzeramento dei litigi preteso a più riprese dal premier. Certo, dal Pd fanno notare che sia lo stesso Salvini a smarcarsi dalle decisioni del suo stesso governo, con gli slanci sul coprifuoco da spostare alle 23 (tesi recepita oramai anche da ministri 5 Stelle), sul Ddl Zan o sul referendum sulla giustizia. E un po’ è vero. Se non fosse che Salvini, con un occhio al suo elettorato e l’altro alla concorrenza di Giorgia Meloni, articola proposte su contenuti di legge. E a testimoniare l’attenzione del leader della Lega sui delicati equilibri di Palazzo Chigi è la sua “non sfiducia” verso il collega di governo Speranza. Letta s’incazza, ovvio. Ma il Salvini di piazza e di governo resta un funambolo dell’esecutivo. Altro, invece è l’attacco cieco, pronto e assoluto dei pentastellati verso un alleato né indagato né indiziato, né particolarmente discusso. Qui si assiste, più o meno allo stesso copione che portò alle dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri (che, dopo, infatti, s’è visto: tutto scoppiato in una bolla di sapone)…

 

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