Nicola Zingaretti, indiscrezione Pd: la poltronissima dopo le dimissioni, chi trema
Sabato 8 maggio ci sarà il nome del candidato sindaco di Roma del Pd. Con ogni probabilità sarà Nicola Zingaretti. L'ex segretario vuole però tutte le garanzie del caso, a partire dalla certezza che la giunta della regione Lazio di cui lui è ancora presidente non cadrà. I vertici del Pd spingono guardando ai sondaggi: Zingaretti avrebbe addirittura 25 punti di vantaggio su Virginia Raggi. E Carlo Calenda scenderebbe al 4%. Numeri che giustificano una candidatura. Inoltre Zingaretti aveva chiesto che non si votasse nello stesso giorno per Roma e per il Lazio, proprio per poter presentare in Regione una candidatura unitaria e lo stesso Enrico Letta sta lavorando per trovare il modo di distanziare i due voti.
Tra le ipotesi ci sarebbe anche quella di non far dimettere Zingaretti da governatore, fino a settembre, data di formalizzazione della candidatura, scrive il Fatto. "Questo permetterebbe di votare per Roma a ottobre e nel Lazio a dicembre. Soluzione, questa, che però ha delle controindicazioni. In giunta nel Lazio ci sono i Cinque Stelle: come essere certi che non la farebbero cadere, una volta che Zingaretti si candidasse a sindaco?". Nella partita, c'entra pure la guida di Napoli. Il Pd vuole convincere Vincenzo De Luca ad accettare la discesa in campo di Roberto Fico.
Zingaretti fa finta di nulla si è spinto a dire che "si augura" che Roberto Gualtieri sia sindaco di Roma. "Perché c'è anche un altro fattore da tenere presente: il rapporto con lo stesso Gualtieri, che sarebbe pronto a correre ormai da settimane. Un annuncio - il suo - sempre pronto, ma che alla fine non arriva. Si era detto negli ultimi giorni che si sarebbe dovuto candidare oggi. In realtà Zingaretti stesso gli ha chiesto ancora tempo per sciogliere definitivamente la riserva", precisa il Fatto. Ma adesso il tempo è arrivato: Zinga è pronto a correre per il Campidoglio.
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