Giorgia Meloni sfida Mario Draghi: "Italiani delusi, si dia immediata attuazione all'odg di Fratelli d'Italia"
Gli italiani si aspettavano di più dal governo di Mario Draghi, invece sono rimasti delusi. Giorgia Meloni ne è convinta: "Penso che molti italiani che avevano creduto bastasse Draghi per dare la svolta dopo la pessima stagione di Conte siano rimasti delusi. Noi dal primo momento abbiamo evidenziato come non sarebbe bastato un premier, per quanto certamente più credibile di Conte, a modificare un assetto parlamentare in cui è la sinistra che la fa da padrone", dice la leader di Fratelli d'Italia in una intervista a Il Messaggero. "E infatti il risultato è stata una sostanziale continuità nelle scelte e nelle politiche. Nonostante Draghi debba fare i conti con un Parlamento in mano a Pd e M5S, avrebbe però potuto imporre delle scelte più coraggiose di quelle fatte finora in ambito di contrasto alla pandemia, ma anche di sostegno al nostro tessuto produttivo". Quindi lancia la sua sfida su Roma al governo e alla maggioranza: a fronte dell'occasione mancata dei fondi non previsti dal Recovery per la Capitale, "si dia immediata attuazione all'ordine del giorno di FdI con cui si chiede di trasferire poteri e risorse speciali per Roma Capitale".
"Cos'hanno in comune Primo maggio e 25 aprile": la retorica di una democrazia ipocrita e sfaticata
Tant'è. Fratelli d'Italia è l'unico partito all'opposizione anche se ad aizzare le piazze è più Matteo Salvini che invece del governo fa parte. "Abbiamo annunciato un'opposizione patriottica ed è quello che stiamo facendo. Critichiamo aspramente i provvedimenti su cui non siamo d'accordo, difendiamo la democrazia parlamentare dal tentativo costante di esautorare le Camere, portiamo le nostre proposte per uscire dalla pandemia e dalla crisi economica", prosegue la Meloni. "Lo facciamo difendendo dall'opposizione le idee e i programmi del centrodestra che, nonostante gli sforzi dei nostri alleati, sono quasi sempre marginalizzati nell'agenda di questo governo. Se oggi si è messo in discussione il coprifuoco ed è stata resa evidente l'inadeguatezza di Speranza è grazie alle iniziative parlamentari di Fratelli d'Italia. Continueremo a farlo".
In ogni caso i rapporti con Draghi ma anche con Enrico Letta sono buoni. "Non sono draghiana, né tantomeno lettiana. Sono semplicemente una persona convinta delle idee che sostiene e che le sottopone a tutti sperando che vengano recepite, per il bene dell'Italia", chiarisce la Meloni. "Quanto a Draghi e Letta, mettiamola così: saranno un po' meloniani il giorno in cui aboliranno il coprifuoco, consentiranno di riaprire in sicurezza tutte le attività, fermeranno l'immigrazione clandestina e metteranno da parte Ius soli e legge Zan. Purtroppo per gli italiani, non mi pare uno scenario imminente".
E poi c'è la questione del Copasir, che spetterebbe a Fratelli d'Italia. E la vigilanza. Ma pare che la Meloni sia stata messa fuori dai giochi: "Si tratta semplicemente di rispetto delle regole democratiche. Avremmo potuto chiedere anche quelle che, per prassi, spettano alle opposizioni", sottolinea la Meloni: "Ci siamo limitati a chiedere quella del Copasir che spetta all'opposizione per legge. È assurdo essere costretti a tirare in ballo il Quirinale per ottenere il rispetto delle leggi e di un principio chiaro in ogni democrazia: il controllato non può fare il controllore".
Infine la Meloni parla della polemica su Fedez che dal palco del concertone ha difeso il ddl Zan attaccando la Lega. "Per l'ennesima volta il Concertone è stato un pretesto per battaglie ideologiche, come il ddl Zan, che non c'entrano nulla con il lavoro e i diritti dei lavoratori. Il tutto sulla tv pubblica e a spese degli italiani. In questo contesto c'è chi usa quel palco per farsi pubblicità e confezionarsi un megaspot, utile per ad affermarsi ulteriormente nei circuiti che contano", conclude Meloni. "Se c'è qualcuno che è penalizzato in Rai, e in particolare su Rai3, non è certo la sinistra e i suoi sostenitori - cantanti e artisti del Concertone compresi - ma l'opposizione al governo. E non sono io a dirlo ma i dati. A questo si aggiunge un paradosso: parla di censura chi vorrebbe introdurre con il ddl Zan la censura per legge e punire con il carcere chi non si allinea al pensiero unico dominante. I Fedez di turno sono utili al sistema e servono solo a prestare un volto accettabile a questa deriva liberticida".