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Giuseppe Conte sconvolge Letta e Bettini: "I migranti? Vi devo ricordare una cosa", cala il gelo alla riunione

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Giuseppe Conte ha pronunciato una frase nel corso di un dibattito con Enrico Letta e Goffredo Bettini che ha freddato tutti i suoi interlocutori. A riportarla è stato Mattia Feltri su La Stampa: “Non è mai successo - ha dichiarato l’ex presidente del Consiglio - che con un mio governo i porti siano rimasti chiusi, alla fine sono sbarcati tutti anche se, talvolta, dopo qualche giorno”. Tali parole hanno fatto sprofondare in un muto stupore tutte le persone collegate online. “Una scena da non crederci”, l’ha definita Mattia Feltri, che poi ha immaginato cosa avrebbero dovuto rispondere i vari Letta e Bettini, che invece sono rimasti in silenzio. 

 

 

“Devo correre alla procura di Palermo”, sono le parole che il giornalista de La Stampa ha messo in bocca al segretario del Pd, con la premessa di aver volutamente inventato i virgolettati, a parte ovviamente il primo di Conte, che invece è verissimo. “Non c’è tempo da perdere - ha dichiarato il Feltri/Letta - hanno rinviato a giudizio Matteo Salvini per sequestro di persona. Rischiano di condannare un innocente, l’intollerabile ingiustizia graverebbe sulle nostre coscienze”. 

 

 

E a quel punto sarebbe intervenuto anche un pallido Bettini: “Corro dai compagni, abbiamo dato a Salvini del negriero, del razzista, del nazista. Invece - sono le parole del Feltri/Bettini - è un sincero democratico, un missionario, un santo. Non possiamo insozzarci nella menzogna, che partito ne nascerebbe?”. 

 

 

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