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Mario Draghi e la corsa al Quirinale, Gianluca Castaldi: "Questo Parlamento si mangia anche Gesù"

 Mario Draghi

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Nei palazzi della politica non si parla d'altro: tra dieci mesi ci sarà l'elezione del nuovo presidente della Repubblica e il tema è serio perché come osserva Augusto Minzolini su il Giornale, "se i governi cambiano, il contratto di locazione del Quirinale dura sette anni e demarca le stagioni della politica". Quindi hanno tutti le antenne dritte. Persino i nuovi inquilini del Movimento Cinque stelle che hanno capito che l'avvicendamento al Colle sia propedeutico alle elezioni politiche. Mario Draghi, confida a Minzo Gianluca Castaldi, ex sottosegretario ai rapporti con il Parlamento del governo Conte, "vuole andare al Quirinale. Questo lo abbiamo capito tutti. Ma se fossi in lui mollerei prima di cimentarmi nella prossima legge di Bilancio, dando la patata bollente del governo a qualcun altro, perché questo Parlamento è capace di mangiarsi pure Gesù Cristo".

 

 

Insomma, i grillini hanno già annusato il rischio. Del resto, continua Minzo, lo scenario è abbastanza chiaro: Draghi vorrebbe andare al Colle ma ha bisogno che i "tre quarti del Parlamento non lo ostacoli per paura che il suo trasloco da Palazzo Chigi al Quirinale apra la strada per le urne che molti non vogliono, visto che le prossime Camere avranno meno seggi in ballo. Senza contare che, quando si sceglierà il nuovo presidente, i parlamentari di prima nomina non avranno ancora maturato la pensione". Non è una questione di secondo ordine. 

 

 

C'è anche il problema di convincere la maggioranza delle forze politiche ad accettare il rischio di andare alle urne. Draghi potrebbe anche assicurare che ci sarà una successione indolore a Palazzo Chigi, che assicuri a tutti un altro anno di legislatura. Tant'è. La partita per il Quirinale è ancora tutta da giocare. "Non credo che si arriverà a Draghi perché in Parlamento nessuno vuole le urne", confida qualcuno. "E anche l'ipotesi di una proroga di Mattarella la vedo difficile. La verità è che se il centrodestra si ritrovasse unito potrebbe dire la sua. L'ultimo presidente eletto dall'area moderata, dalla Democrazia cristiana, fu Scalfaro. Da allora con Ciampi, Napolitano, Mattarella il centrodestra non ha contribuito all'elezione". 

 

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