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Ddl Zan, disastro politico. Colpo di mano di Pd e M5s, calendarizzato al Senato. Rivolta Lega: "Rinasce il governo giallorosso"

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Colpo di mano in maggioranza: il Ddl Zan, il disegno di legge contro l'omotransfobia che vede la ferma opposizione di Lega e Forza Italia, è stato calendarizzato al Senato. La Commissione Giustizia ne ha "incardinato" la discussione dopo settimane di polemiche, rimpalli pressing e resistenze, con 13 voti favorevoli  e 11 contrari. A chiedere da tempo l'avvio della discussione sono Pd, M5s, Leu e Italia Viva. Il provvedimento era già stato approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre 2020, ma con l'ingresso di Lega e Forza Italia nella maggioranza era stato accantonato perché giudicato divisivo e fonte di problemi politici per il governo di Mario Draghi. Che ora dovrà fare fronte a nuove turbolenze.

 

 

 

 

"Nonostante la coraggiosa opposizione del centro-destra il disegno di legge Zan è stato calendarizzato in Commissione Giustizia - accusa Simona Baldassarre, europarlamentare della Lega e responsabile del Dipartimento Famiglia del Lazio -. Si è riproposto in tutta la sua arroganza ideologica quel fronte giallorosso che ha fatto da cemento al vecchio governo Conte. Si tratta di un vero e proprio atto arbitrario che risponde solo a logiche interne del Pd, dei 5Stelle, di Iv e di Leu, assolutamente estraneo al programma del governo Draghi e alle ragioni emergenziali che ne hanno sancito la nascita, come la battaglia contro il Covid e la ripresa economica". 

 

 

 



"Lo ripeto, il Ddl Zan è una legge liberticida che crea categorie più protette di altre, violando la Costituzione - prosegue la Baldassarre -; introduce di fatto il reato di opinione (chiunque sosterrà il primato della famiglia naturale, sarà accusato di omofobia e sarà esposto alle interpretazioni della magistratura); e pure inutile, perché per l’istigazione alla violenza bastano leggi esistenti. Dalla Cei alle associazioni femministe e LGBT, tutti si stanno accorgendo che la proposta è ideologica e sbagliata. Ma noi non ci arrendiamo: da oggi la nostra battaglia si sposterà in parlamento e nelle piazze. Sicuri di rappresentare la maggioranza di buon senso degli italiani".

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