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Matteo Salvini, la strana coppia Enrico Letta e Giuseppe Conte e il patto per far fuori il leghista

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Mario Draghi ha deciso che a cercare di arginare Matteo Salvini, siano i suoi due predecessori. Dopo Enrico Letta, che aveva intimato al leghista di scegliere tra il governo e l'opposizione, ecco Giuseppe Conte,  pronto a guidare l'M5S. "Bisogna scegliere da che parte stare: se da quella di chi soffia sul fuoco o da quella di chi si rimbocca le maniche per spegnere l'incendio". L'avvocato del popolo fa riferimento alla raccolta firme lanciata da Salvini per spostare il coprifuoco alle 23. Una proposta che ha trovato il diniego di tutti gli alleati che sostengono Draghi.

 

 

Conte attacca Salvini per cercare un dialogo con Palazzo Chigi e per rafforzare e tenere viva l'alleanza con Letta e il Pd. Per attaccare il leader leghista se la prende con i ministri del Carroccio presenti nel governo Draghi: "Cosa faranno adesso? Si accoderanno ad apporre le proprie firme all'iniziativa propagandistica contro il coprifuoco o si dissoceranno?". Lo stesso Draghi, scrive la Stampa, non ha preso bene l'iniziativa di Salvini, soprattutto visto che la Lega si era già astenuta in Consiglio dei ministri sul decreto delle riaperture. Il premier era stato chiaro: una cosa del genere non doveva più accadere.

 

 

 

 

 Salvini, comunque, si trova tra due fuochi: da una parte replica a Letta e Conte ("insultano perché non si fidano degli italiani"), mentre dall'altra prende le distanze da un ordine del giorno di Fratelli d'Italia sul coprifuoco alle 23. E per Draghi, in questa situazione, trovare un equilibrio con i partiti non è certo facile. Deve contenere "la voglia di piazza di Salvini e le frustrazioni dei partiti decisi a ritrovare una propria centralità politica", scrive sempre la Stampa. Draghi lo ha fatto, per esempio, nel discorso alla Camera su Recovery Fund, quando ha citato la "governance" del Pnrr. Nessun accenno ad un coinvolgimento diretto di sindacati e partiti nella cabina di regia, come gli era stato chiesto di fare. "Liquida la governance con una battuta: 'Quella che altri chiamano così', dice con un sorriso che la mascherina non riesce a nascondere", conclude la Stampa.

 

 

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