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L'aria che tira, Matteo Salvini replica a Giorgia Meloni: "Recovery Plan? Lo ho letto tutto, basta metterci un po' di voglia"

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Attesissimo l'ingresso di Matteo Salvini a L'Aria Che Tira. Myrta Merlino aspetta impaziente il leader della Lega in studio, mentre la regia lo microfona: "Colpo di scena, sono sola!", esordisce pensando di avere ospite l'ex ministro. "C'è Salvini?", inizia a chiedere agli autori. Salvini c'è eccome, ma sta solo sistemando il microfono. Alla conduttrice di La7 però non basta e inizia a bacchettare i suoi operatori: "Posso andare a prenderlo io e microfonarlo con le mie mani". Poco dopo fa la sua entrata il numero uno del Carroccio: "Mi fa venire il crepacuore", lo accoglie mentre Salvini si siede e spiega: "È stata una mattinata di incontri utili di lavoro, anche perché si sta parlando di 200 miliardi che sono il futuro dei nostri figli quindi leggere bene e studiare bene i numeri è importante". A stretto giro anche la soddisfazione per "la notizia più bella contenuta in questo documento", ossia "230mila posti in più negli asili nidi".

 

 

A quel punto è la Merlino a stuzzicarlo chiedendo come abbia fatto fatto a leggere lo stesso Recovery Plan che invece Giorgia Meloni ha definito "a scatola chiusa". Nel mirino infatti i tempi stretti che impediscono al Parlamento di valutarlo attentamente: la Meloni dice che è impossibile leggere il Recovery Plan in pochi giorni? "Io ci sono riuscito, me lo sono letto tutto. Uno ci deve mettere un po' di voglia. Ci ho messo più di una nottata".

 

 

Il leader della Lega si spende poi in difesa di Mario Draghi, definito a più riprese "l’uomo giusto al posto giusto". Tornato sugli aiuti Ue, prosegue: "I soldi di cui stiamo parlando dovranno però essere restituiti. Su alcuni temi non concordiamo, non perché siamo capricciosi, ma ad esempio sul tema pensioni in un anno di crisi economica come questa alzare l’età pensionabile pensiamo sia inimmaginabile". Stesso discorso sul coprifuoco per cui Salvini è fiducioso: "A metà maggio chiediamo un tagliando". Insomma, allontanate le malelingue che vedono la Lega fuori dal governo: "Draghi non subisce le pressioni di nessuno. Noi siamo lealmente al governo e se c’è qualcosa che non condividiamo lo diciamo. Noi chiediamo che a metà maggio, quando ci sarà un Cdm, si prenda coscienza del calo dei numeri del Covid e si decida di riaprire. Ma noi siamo orgogliosamente al governo, anche se c’è qualcuno che ci vorrebbe fuori". E quel qualcuno è proprio Enrico Letta, segretario del Pd.

 

 

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