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Giorgia Meloni alla Camera sul Recover Plan: "Parlamento deriso e proposte ignorante". E contro Renzi: "Dove sei, in Arabia Saudita?"

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In aula alla Camera oggi, martedì 27 aprile, arriva il momento di Giorgia Meloni, leader di quei Fratelli d'Italia che, di fatto, si trovano soli all'opposizione. Il dibattito è sul Pnrr, ovvero sul Recovery Plan presentato alla vigilia da Mario Draghi, il premier che oggi ha replicato proprio alle accuse di FdI, secondo cui il Parlamento, su un tema decisivo per il futuro del Paese, è stato saltato. E Draghi ha confermato la tesi, scusandosi per "i tempi strettissimi". 

Scuse che però non bastano alla Meloni, che nel suo intervento a Montecitorio picchia durissimo: "Il Parlamento su questo piano, forse il documento più importante della storia repubblicano, è stato ignorato, permettetemi di dire, è stato deriso. Noi siamo stati mesi impegnati sul piano di Giuseppe Conte, poi Conte è andata a casa perché Italia Viva diceva che un piano così importante non può essere gestito da forze oscure ma deve essere valutato dal Parlamento. Dov'è ora Matteo Renzi, in Arabia Saudita?", ha azzannato la leader di FdI.

E ancora: "Ci sono troppe risposte che restano drammaticamente inevase. La riforma del fisco, per esempio. Anche Conte voleva lo sviluppo del Sud, io sono d'accordo, poi però l'ha risolto con il reddito di cittadinanza e lì non sono più d'accordo", ha rimarcato. "Lei dice che la data del 30 aprile non è mediatica - ha ripreso la Meloni rivolgendosi direttamente a Draghi -, non è nemmeno perentoria. Poteva dare al Parlamento il tempo di leggere, una settimana, in compenso abbiamo il disco verde di Bruxelles, loro hanno potuto leggerlo e speriamo che non lo abbiano scritto".

"Avevamo fatto le nostre proposte, come tutti, che sono state ignorate - insiste la Meloni -. Come la sicurezza e il piano carcerario. O il piano Roma, lei dice Roma Caput Mundi, mi permetto di dire che con 500 milioni mi pare un po' difficile. Vede, presidente Draghi, lei giustamente ha buttato il piano di Giuseppe Conte, il problema è che con quel piano ha buttato anche le proposte del Parlamento. Non possiamo però in coscienza votare un documento di 330 pagine in 24 ore, forse siamo i meno veloci a leggere, o forse siamo gli unici che non siamo costretti sempre a dire che va tutto bene".

"Un partito serio non vota a scatola chiusa con un prendere o lasciare, e per questo noi dobbiamo astenerci adesso da ogni giudizio e quando sarà compiuto il nostro giudizio, le garantisco che sarà libero e non viziato da interessi di parte come quello di qualcun altro", ha concluso tagliente Giorgia Meloni.

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