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Mario Draghi, il retroscena di Bisignani: "Pnrr poco coraggioso. E le nomine in odor di Gentiloni scatenano i ministri"

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No, il "Piano nazionale di resilienza e rilancio" non funziona. Almeno secondo Luigi Bisignani, che ne parla in un intervento su Il Tempo di domenica 24 aprile. Le idee messe a punto da Mario Draghi per attuare il Recovery Plan non lo convincono. E lo dice chiaro e tondo, senza giri di parole: "Nelle 319 pagine del Recovery Plan manca il fuoco dei Draghi. Quell'idea 'illuminata' destinata a passare alla storia come il simbolo di quest' epoca di guerra alla pandemia", scrive l'uomo che sussurra ai potenti.

 

E ancora, aggiunge: "Rispetto al Pnrr che fu di Giuseppe Conte e su cui Matteo Renzi fece cadere il Governo, ci sono più tabelle ma restano purtroppo interventi di mini ma taglia messi solo in bella copia dal fedele ministro Daniele Franco che, non a caso, in Banca d'Italia avevano soprannominato 'il grigio'. Nulla di nuovo sotto il sole. Di questo passo, il rating del Premier rischia il declassamento da Super Mario a semplicemente Mario", conclude Bisignani.

Ma nel corso del suo intervento, Bisignani insiste anche su un altro aspetto della questione. Ossia sul fatto che Draghi starebbe cercando in tutti i modi, con il Pnrr, di ottenere la benevolenza di Paolo Gentiloni. Una circostanza che, però, starebbe costando al premier la sollevazione dei ministri. Scrive l'uomo che sussurra ai potenti: "Con il Recovery Plan questa tendenza è amplificata dall'eccezionale disponibilità delle risorse e dall'ostinazione a inseguire la benevolenza del solo commissario europeo Paolo Gentiloni, nominandogli come gabinetto di palazzo Chigi il suo prezzemolino Antonio Funiciello, già in tensione con il segretario generale Roberto Chieppa".

 

E ancora: "E, come se non bastasse, ancora con la designazione a capo dell'Agenzia del Demanio della stessa cognata di Gentiloni, Alessandra Dal Verme, senza portarla neppure in discussione in Consiglio dove monta ormai il malumore dei Ministri. Dopo le interrogazioni parlamentari e il faro acceso da parte della Corte dei Conti, Maria Stella Gelmini faticherà non poco a far passare questo incarico con il parere vincolante della Conferenza unificata Stato-Regioni, proprio per il lampante conflitto di interesse che impedisce ai congiunti dei commissari europei investiture in strutture collegate al Recovery Plan", conclude Bisignani.

 

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