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Silvio Berlusconi, libertà di insultarlo: Massimo Fini gli dà del "terrorista", per i magistrati non c'è reato

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"Delinquente, terrorista, pregiudicato, malavitoso". Così il giornalista Massimo Fini, sul Fatto quotidiano, ha definito Silvio Berlusconi. "Il Cavaliere ha gettato una minorenne nelle braccia di una putt***", scrive tra l'altro. "Pensa che tutti siano come lui, disposti a corrompere, a farsi corrompere, interessati solo al denaro", un'altra citazione di Fini sul leader di Forza Italia. Il giudice Damiana Colla però, dopo la querela del Cav, ha detto che è tutto nella norma e la richiesta di risarcimento avanzata dall'ex presidente del Consiglio dev' essere respinta. Dando così lo spunto al titolo del Fatto: "B. delinquente e pericoloso: ecco perché si può dire".

 

 

 

Per il giudice non c'è diffamazione "perché i fatti hanno appigli nella realtà, perché vanno inseriti in un contesto, perché la critica ha standard più sfumati rispetto alla cronaca". Il tribunale civile di Roma, scrive il Giornale, trova una spiegazione o una giustificazione per tutto. "Bollare il Cav come delinquente si intende colui che delinque e il magistrato ricorda la sentenza di condanna definitiva per evasione fiscale dell'ex premier, legittimando quindi l'espressione". Si giustifica anche l'insulto terrorista. Il Cavaliere aveva definito "criminale" la sentenza di condanna che gli impediva di fare il premier: "L'affermazione di Berlusconi era evidentemente espressione di sfiducia verso la magistratura che l'aveva pronunciata. Di qui - spiega il giudice - il paragone con i brigatisti che all'epoca si sono dati alla clandestinità, considerato che le affermazioni dell'attore (Berlusconi, ndr) erano assimilabili, nei presupposti e nelle finalità, ma evidentemente non nel merito, ad un pensiero eversivo dell'ordine democratico...", scrive il giudice nella sentenza che respinge la richiesta di risarcimento.

 

 

 

"In tale prospettiva l'aver paragonato l'attore ad un terrorista - il quale invece di darsi alla clandestinità intendeva fare il Presidente del consiglio di uno Stato a cui non crede - appare legittimo esercizio del diritto di critica giornalistica", si legge sempre nella sentenza. Nel  frattempo però Berlusconi è a processo per aver dato dello "scemo" all'ex ministro Danilo Toninelli. E alla fine Berlusconi, nella disputa con Massimo Fini, dovrà pagherà pure le spese "di lite", pari a 10.343 euro.

 

 

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