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Mario Draghi, slitta il Cdm: "Non si sa quando si fa". Troppi nodi da sciogliere, governo alle strette

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"Non si sa quando si fa". Slitta il Consiglio dei ministri. "Doveva iniziare alle 10, all’ordine del giorno un’informativa del ministro Daniele Franco sul Recovery Plan. Ma a quanto si apprende, il Consiglio dei ministri rischia di slittare, non si sa quando si fa", ha svelato un ministro all’Adnkronos. Ci sarebbero, infatti, ancora nodi da sciogliere, a partire dal superbonus, che M5S e Fi chiedono di estendere al 2023, ma anche su altri punti, come le liberalizzazioni e quota 100. Si attende un nuovo orario di convocazione, ma il Consiglio dovrebbe comunque svolgersi in giornata. Una notizia che crea parecchia tensione al governo.

 

 

D'altronde giusto ieri, 23 aprile, sempre l'Adnkronos riportava di "malumori tra i ministri". Tutta colpa della bozza tenuta "nascosta" dal premier. Insomma, è l'accusa più comune, Draghi sarebbe un altro Giuseppe Conte. Gran parte dei membri dell'esecutivo infatti non aveva ancora visto le 318 pagine del Piano che, da qui al 2026, dovrà far ripartire il Paese. Nelle ultime ore era circolata una sintesi stringatissima, giusto 16 pagine e 9 tabelle, messa a punto dal Mef. Nulla di più.

 

 

Tanto che più di qualcuno si era sfogato: "Sono stati fatti incontri coi partiti, maggioranza e opposizione -lamenta un ministro all'Adnkronos- e il piano non si è visto, solo modalità ascolto. E ora, a poche ore dal Cdm, devo leggerlo su stampa a agenzie? Se fosse successo con Conte sarebbe venuto giù il mondo". E ad oggi il clima non sembra cambiato. Un problema per l'esecutivo dell'ex banchiere che deve fare i conti anche con la battaglia sul coprifuoco. Da una parte il centrodestra, con Matteo Salvini in prima linea, intenzionato a prolungarlo. Dall'altra i rigoristi alla Roberto Speranza irremovibili.

 

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