Il coprifuoco non fa dormire sonni tranquilli il governo. Dopo la battaglia della Lega rimasta non andata a segno, è Luca Zaia a rincarare la dose. Tutta colpa della conferma dell'obbligo di fare rientro nelle proprie abitazioni entro le 22 all'interno del nuovo decreto. Una misura che penalizza i ristoratori, già per troppo tempo costretti alla chiusura totale. Lo sa bene il governatore della Regione Veneto che nella giornata del 22 aprile si è lasciato andare a un pesante attacco: "Abbiamo preso atto che la questione del coprifuoco è una questione politica - ha premesso parlando nel consueto punto stampa in un chiaro riferimento a Mario Draghi e Roberto Speranza -. E allora se è politico non è un problema, perché se non è di natura sanitaria non ha alcun senso. È inutile parlare di Recovery Fund se poi il Pil ce lo mangiamo tutto con le chiusure". Questo però - è la precisazione - non significa una "contrapposizione tra Regioni e governo", ma solo "la volontà di portare avanti queste istanze".
Il leghista non ha alcuna intenzione di rinunciare alla battaglia indetta dal suo leader, Matteo Salvini: "Questo decreto voglio consideralo una fase di assestamento, non un decreto ad assestamento avvenuto. Io spero vivamente che ci sia un decreto correttivo che non è una ammissione di colpa". Per Zaia "la speranza è l’ultima a morire". Per questo il governatore spera che il nuovo decreto divenga "oggetto di un tagliando anche perché è ragionevole rivedere i dati epidemiologici da qui ai prossimi giorni e pensare magari che con maggio si apra un nuovo scenario. La speranza è che le incongruenze ancora oggi visibili vengano risolte".
Vittorio Sgarbi sbotta alla Camera: "Il coprifuoco? Roba da comunisti balordi, malati di mente"
“Coprifuoco è una parola da comunisti balordi”. Così Vittorio Sgarbi si è espresso nel ...Non da meno Salvini. La Lega durante il voto sulle nuove misure ha infatti preferito astenersi. Il motivo? "Confermare il coprifuoco fino alle 22.00 addirittura fino a luglio; confermare la chiusura di bar, ristoranti, piscine, palestre; non ascoltare la richiesta di riapertura in totale sicurezza che arriva da tutti i sindaci di tutti i colori, da tutti i governatori di tutti i colori, dai sindacati, dagli imprenditori, dai commercianti, dagli artigiani, in una situazione sanitaria fortunatamente in miglioramento, significa non fidarsi degli italiani", ha spiegato ai microfoni di Dritto e Rovescio Salvini.