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Gabriele Albertini, pesante sospetto sulla corsa con il centrodestra: "È in testa nei sondaggi e si riapre l'inchiesta su di lui"

Gabriele Albertini

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Una settimana fa il nome di Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, viene annunciato come possibile candidato alle Comunali di quest'autunno. Secondo i sondaggi può riportare il centrodestra a Palazzo Marino e battere l'attuale sindaco Beppe Sala. Ma l'altro ieri, la Consulta annuncia che un'udienza in lista d'attesa da quattro anni che riguarda proprio Albertini è stata fissata per martedì prossimo. Albertini così potrebbe ritrovarsi sul banco degli imputati per avere parlato male di un magistrato.

 

 

 

 

Nel 2011 Albertini, allora eurodeputato, polemizzò con il pm milanese Alfredo Robledo, accusandolo, senza nominarlo, "di avere interrogato di notte con metodi da Gestapo i consiglieri comunali e i dirigenti del Comune sugli emendamenti in bianco, poi dimostratosi un reato inconsistente e di avere insabbiato il fascicolo Serravalle per oltre sei anni, prima che i suoi colleghi di Monza lo riaprissero. Il personaggio fa sempre un gran polverone e raggiunge la notorietà: quanto all'esito delle sue inchieste, è tutto da vedere", queste le parole dell'ex sindaco di Milano. L'inchiesta di Robledo poi finì con tante assoluzioni e quella sulla Serravalle, che vedeva imputato il Pds Filippo Penati, finì prescritta. Robledo però, nel frattempo, aveva querelato Albertini per diffamazione e per calunnia. Nel gennaio 2017 il Senato decise che quelle parole erano coperte dall'immunità parlamentare, così il tribunale di Brescia fu costretto ad assolvere l'ex sindaco.

 

 

 

La Procura di Brescia però presentò ricorso alla Corte costituzionale, chiedendo di annullare il voto di Palazzo Madama. Dopo quattro anni, l'altro ieri, l'annuncio: udienza fissata. E se la Consulta darà ragione alla Corte d'appello di Brescia, scrive il Giornale, Albertini tornerà sotto processo per un reato che potrebbe costargli una condanna fino a sei anni di carcere. Che non sarebbe proprio l'ideale per far partire una campagna elettorale. Un macigno che pesa enormemente sulla testa di Albertini e sulle strategie del centrodestra su Palazzo Marino.

 

 

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