Matteo Salvini, "non votiamo il decreto Covid": la spaccatura sul coprifuoco che irrita Mario Draghi
La Lega ha deciso di non votare il decreto legge sul Covid che prevede le riaperture graduali a partire dal 26 aprile. Matteo Salvini ha rotto gli indugi con un video postato sui social in cui conferma di non voler esprimere il proprio favore su un provvedimento ritenuto ancora troppo punitivo nei confronti degli italiani. In particolare il pomo della discordia è rappresentato dal coprifuoco, che Mario Draghi ha confermato dalle 22 alle 5 e fino al primo giugno. “Noi chiediamo di dar loro fiducia perché hanno mostrato pazienza e rispetto delle regole per oltre un anno - ha dichiarato il segretario leghista - non potevamo votare un decreto che continua a imporre chiusure, coprifuoco e limitazioni”.
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Il ragionamento di Salvini è lo stesso espresso anche in mattinata: “I dati fortunatamente sono in netto miglioramento, con rigidi protocolli di sicurezza e con prudenza ma si deve tornare a vivere e a lavorare sia al chiuso che all’aperto. Voteremo il prossimo decreto - ha chiosato - solo se, insieme al piano vaccinale e alla tutela della salute, prevederà anche il ritorno alla vita e al lavoro”. Dal canto suo Mario Draghi avrebbe manifestato alla Lega tutta la sua irritazione prima ancora di iniziare il Consiglio dei ministri.
“Le decisioni le abbiamo prese insieme, in cabina di regia. Francamente fatico a comprendere”, avrebbe dichiarato il presidente del Consiglio, stando alle indiscrezioni raccolte dall’Adnkronos. Draghi non ha quindi affatto gradito la levata di scudi di Salvini e del suo partito sul coprifuoco e sul via libera alle attività di ristorazione, ma soltanto al chiuso. Il premier ha tenuto il punto sulla necessità di mantenere il coprifuoco alle 22, con o senza l’assenso della Lega.