Mario Draghi, "irritato per l'affondo di Salvini sul coprifuoco": fonti dal Cdm, la Lega non vota il decreto?
In Consiglio dei ministri, iniziato con circa un’ora di ritardo, è in atto un duro scontro sul decreto legge riguardante le riaperture graduali programmate a partire dal 26 aprile. Stando alle indiscrezioni riportate dall’Adnkronos, la Lega ha fatto sapere che non voterà il provvedimento a meno che non venga prorogato l’orario del coprifuoco dalle 22 alle 23. Fonti presenti alla riunione sostengono che Mario Draghi non abbia alcuna intenzione di concedere tale modifica.
Anzi, l’Adnkronos fa sapere che il presidente del Consiglio avrebbe espresso tutta la sua irritazione per l’affondo della Lega sul coprifuoco, dato che le decisioni sulle riaperture erano state prese in una cabina di regia dove era presente anche il partito guidato da Matteo Salvini. “Non me l’ha scritto il dottore di approvare cose che non mi convincono”, aveva dichiarato in mattinata l’ex ministro dell’Interno: “Sono leale al governo e mi fido di Draghi, ma dico no a chiusure a oltranza. Bisogna tornare alla normalità, i dati sono in netto miglioramento”.
La richiesta di modifica dell’orario del coprifuoco era arrivata anche dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: “Consentire, nel rispetto dei protocolli di sicurezza - è l’osservazione delle Regioni - i servizi di ristorazione sia al chiuso che all’aperto, senza distinzione di trattamento in base agli orari di somministrazione, la proroga del coprifuoco dalle 22 alle 23, la ripresa delle attività individuale in palestra al chiuso e in piscine all’aperto, già a partire dal 26 aprile”.